Magazine Cinema
In scena il sanguinoso e muto triangolo Madre-Padre-Figlio. Camera a mano e stacchi netti e l'ombra dell'operatore che entra talvolta nell'inquadratura traballante.Sgradevole sensazione (voluta) di un film improvvisato, tecnicamente trascurato, un po' buttato lì, come viene, viene. Tutto si chiude con un riferimento al buddismo, che sembra sposare una soluzione ascetica allo scatenarsi della follia indotta dalle perversioni sessuali.E’ la traccia fantasma del disco/filmografia, quella che spaventa, piena di distorsioni e sferragliamenti, senza sovrincisioni in studio, la versione raw and uncut che pochi vogliono ascoltare (vedere).
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