Il capo di Stato Maggiore dell'esercito regolare libico, Khalifa Haftar, ad un'intervista rilasciata a Gian Micalessin, ha dichiarato che l'Italia commetterebbe un errore se attaccasse autonomamente obiettivi limitati (come i barconi) o inviasse in Libia il suo esercito, perché non pronta ad affrontare una guerra. Si dice anche che alcune autorità libiche, come l'ambascatore all'Onu Ibrahim Dabbashi, siano persino contrarie ad un intervento armato internazionale per fermare questa tratta di uomini. Spingono per una missione umanitaria, eppure la storia ci insegna che quando entri in un paese straniero con in braccio il fucile, difficilmente riuscirai a non utilizzarlo. Nella situazione libica attuale ancor di più: i nostri soldati dovrebbero inevitabilmente fronteggiare i fanatici terroristi islamici dell'Isis, con l'ovvia conseguenza che scoppierebbe la guerra, anche se i barbuti figli di Allah ce l'hanno già dichiarata. Si tratta solo di guardare la realtà in faccia ed agire di conseguenza.
E' ormai chiaro come il sole che gli sbarchi continui sulle nostre coste, con le conseguenti perdite di vite umane, sono legati a doppio filo col terrorismo islamico che imperversa nelle zone da cui quelle bagnarole partono. E' notizia di ieri, annunciata dal Salvini a Di martedì, che nelle prossime settimane alcuni terroristi dello Stato Islamico si infiltreranno sui barconi per poi approdare sulle nostre coste. Come sempre l'Italia è il Paese che patisce le conseguenze peggiori, sia per un fatto geografico, sia per la viltà dei nostri governanti che impedisce loro di affrontare la realtà dei fatti. E la realtà è questa: il governo è stato fin ora inefficace per quanto riguarda la questione immigrazione e, come ho detto prima, terrorismo islamico. E' bene che ammetta l'errore e si disfi di quella spavalderia insopportabile che contraddistingue la sua azione governativa, il così detto autoritarismo renziano. Esiste una sola soluzione a questo problema: bloccare gli sbarchi su tutte le coste europee, ascoltare le richieste degli immigrati nella Libia stessa ed infine annientare lo Stato Islamico poiché ci sarebbe da aspettarsi una sua ritorsione. Il governo regolare libico non accetta la presenza dell'Isis sul territorio, e questo è un punto in comune con noi molto importante per organizzare un'offensiva risolutiva del problema. Nel caso invece non volesse le forze occidentali sul proprio territorio, pretendendo la sola fornitura di armi, dovrebbe esser messo spalle al muro dalla più grande potenza militare mondiale, perché sicuramente non possiamo stare ad aspettare che loro risolvano il problema mentre altre centinaia di vite si spengono davanti ai nostri occhi.
Ripeto per l'ennesima volta: la guerra all'Isis è propedeutica alla risoluzione del problema dell'immigrazione selvaggia.