Moleskine sfida la tecnologia

Creato il 13 luglio 2011 da Molipier @pier78

La tecnologia è sempre in fermento, continua evoluzione, inafferrabile e irraggiungibile grazie ai veloci cambiamenti che rendono un nuovo acquisto già sorpassato. La tecnologia rende la vita più comoda, piacevole, divertente ma anche snaturato alcuni aspetti romantici che sarebbe stato bene non perdere. Invece di scrivere una lettera preferiamo una mail, un pensiero lo affidiamo ad un sms, la voce al telefono. E poi, oltre al computer che ha stravolto le nostre vite, a complicare le cose sono arrivati gli smartphones e i tablet. Ma c’è una sola cosa che, in tutto questo progresso, sembra riuscire a sopravvivere senza affanni: il Moleskine.

A guardarlo bene, con uno sguardo superficiale, non è niente di speciale: un taccuino, solitamente nero, con delle pagine, bianche, a righe o a qudretti, angoli arrotondati, elastico e segna pagina. Fisicamente è così. Ma è l’aspetto intrinseco a suscitare le emozioni più grandi. Sarà perché ci hanno raccontato che tutti i grandi artisti ne hanno avuto uno, Van Gogh, Hemingway, Picasso, Chatwin e magari proprio sulle sue semplici pagine sono nati grandi capolavori. Un taccuino anonimo con una personalità immensa.

Prediletto da Bruce Chatwin, che lo chiamava “moleskine”, verso la metà degli anni ’80 divenne introvabile. Nel suo libro Le vie dei canti Chatwin ci racconta la storia del piccolo taccuino nero: nel 1986, il produttore, un’azienda familiare di Tours, chiude i battenti. “Le vrai moleskine n’est plus”, gli avrebbe annunciato teatralmente la proprietaria della cartoleria di Rue de l’Ancienne Comédie dove era solito rifornirsi. Chatwin comprò tutti i taccuini che riuscì a trovare prima di partire per l’Australia, ma non furono abbastanza.

C’è chi utilizza il Moleskine in modo sfrenato, appuntando ogni pensiero, frase o idea e c’è chi invece riserva alle sue pagine sono il meglio, evitando di violare la sua sacralità. Ma quello che accomuna i possessori di un taccuino Moleskine è l’idea di un nomadismo, fisico o mentale, l’apertura di orizzonti a 360 gradi, custodendo tra le pagine i segreti di un viaggio dell’anima che si libera dei clichè e supera i confini di uno spazio troppe volte stretto.
Moleskine riesce a stare al passo dei telefoni, degli smartphones, dei tablet, sono tantissimi ad averne uno o più di uno, nella borsa, in tasca, in auto. E se gli oggetti tecnologici aiutano a prendere appunti rapidamente, quando si scrive sul Moleskine il tempo si ferma e ci si dedica con maggiore attenzione. Si scrive ciò che si tornerà a leggere e rileggere, a distanza di tempo con un velo di nostalgica malinconia.


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