Anno: 2013
Distribuzione: Teodora Film
Durata: 104′
Genere: Commedia
Nazionalità: Francia
Regia: Philippe Le Guay
Data di Uscita: 12 Dicembre 2013
Serge (Fabrice Luchini) ha abbandonato la sua carriera d’attore per ritirarsi come un eremita in una casetta sull’Ile de Ré. Il suo isolamento verrà interrotto da un vecchio amico e collega sulla cresta dell’onda grazie ad una fiction che lo ha reso ricco e famoso. Gautier (Lambert Wilson) cercherà di scritturarlo per portare in scena “Il Misantropo” di Moliére. Serge è scettico ma anche lusingato, il suo carattere un po’ burbero e diffidente non gli consente di accettare subito, così chiede a Gautier di rimanere qualche giorno con lui per provare entrambi la parte del protagonista Alceste. In un susseguirsi di situazioni esilaranti, i due ritroveranno l’amicizia, l’amore per la poesia e l’incontro con Francesca (Maya Sansa) che porterà Serge a riassaporare le gioie della vita, ma i rapporti tra i tre si riveleranno più complicati del previsto.
La Francia continua a produrre ottime commedie. Moliére in bicicletta, presentato in anteprima alla 31° edizione del Torino Film Festival nella sezione Festa mobile/EuroPop e campione d’incassi in patria, è una commedia raffinata che racconta, quasi in un gioco di specchi, l’intreccio tra arte e vita, evidenziando la fragilità e il fascino del mondo del teatro e dei due protagonisti.
Il film nasce da una conversazione avvenuta pedalando nell’Ile de Ré tra il regista Philippe Le Guay (Le donne del 6° piano) e il meraviglioso Fabrice Luchini, pregiatissimo interprete francese. Amichevolmente Le Guay critica l’amico per la sua misantropia e da qui nasce l’idea della commedia. Il regista si è ispirato a Fabrice Luchini per il ruolo di Serge e a se stesso per il personaggio di Lambert, raccontando le differenze tra i due ed il loro rapporto in un parallelo tra Alceste e Filinte.
Una rilettura contemporanea de Il Misantropo di Moliére, in parte nostalgica e in contrapposizione con la “volgarità” dei nostri giorni che a volte nasconde delle sorprese, come l’elemento rappresentato dalla ventenne Zoé (Laurie Bordesoules), nipote della proprietaria dell’hotel dove alloggia Gautier, giovane pornostar che cerca consigli sulla recitazione. Serge e Gautier le faranno leggere alcuni versi di Célimène, quasi per prendersene gioco, ma la freschezza di Zoé li emozionerà e li farà sentire in imbarazzo per il loro giochino.
E’ un film sugli attori e sul mestiere dell’attore. Le scene in cui si susseguono le prove de Il Misantropo (Le Guay ha scelto di utilizzare la prima scena del primo atto) sono splendidi esercizi di recitazione, oltre che un momento di riflessione su i due punti di vista rappresentati dall’antagonismo di Alceste e Filinte; lo spettatore si trova coinvolto emozionalmente per le incredibili capacità declamatorie di Luchini e criticamente nell’analisi dei protagonisti Molierani.
Senza dubbio un film da vedere a partire dal 12 dicembre nelle sale italiane.
Alessia Gallo