«Molino Excelsior: macinando ricordi» è il libro di Caterina Mantia presentato venerdì scorso proprio nella sala convegni del Molino Excelsior in un incontro a cura del MOICA Gruppo Studi Storici.
Caterina Mantia è erede della famiglia che fu proprietaria del Molino Excelsior e che, dopo la dismissione dell'opificio, ne trasferì la proprietà al Comune che lo ha restituito alla comunità come oggi lo conosciamo. Alla presentazione era presente anche Francesca Gervasi, l'altra erede del Molino, che insieme a Francesca Campo, presidente del Moica Gruppo Studi Storici ha curato la pubblicazione del libro.
«Il Molino Excelsior- ha ricordato il sindaco Camillo Iovino - è una splendida testimonianza di archeologia industriale: è un antico opificio per la molitura del grano risalente ai primi anni del 900 all’interno del nucleo abitato di San Marco che rappresentò per Valderice la “cpitale” politica, luogo ove si svilupparono i movimenti contadini e la battaglia per le terre e l'affrancamento dal latifondo».
La pubblicazione di Caterina Mantia è però, prima di tutto, un racconto autobiografico «che nasce - spiega ancora Iovino nella prefazione del libro - con lo scopo di “fermare sulla carta” una storia importante, che si è trasmessa, in forma orale e che per questo rischia di essere perduta. Questo libro porta all’oggi ciò che abbiamo vissuto ieri: una memoria, quindi, attraverso la quale poter leggere la realtà complessa in cui viviamo. Un libro corredato da fotografie di persone e momenti della quotidianità di un secolo appena passato e già così lontano».
Oggi il Molino Excelsior è Centro di Cultura Gastronomica e sede del Museo del Gusto Sicilia, nell'ambito di un circuito nazionale, e contribuisce alla diffusione, ben oltre il territorio dell’agro ericino, di una cultura gastronomica legata ai nostri prodotti tipici.
Un filo rosso lega quindi l'opificio alla sua primitiva funzione quando dalle sue mole usciva una produzione di farine collegata alla fiorente industria della pasta ed all’industria conserviera che, a cavallo tra il 1890 e i primi anni del ‘900, rese il territorio di Trapani ed il suo hinterland, tra i più intraprendenti ed attivi della Sicilia.
«Colpisce in questo libro- spiega Iovino - la semplicità e l’umiltà del racconto, così come erano semplici e umili gli uomini e le donne di quel tempo, gente comune che nella sofferenza ha trovato la forza di sopravvivere: da Vincenzo Gervasi che con il Molino Excelsior creò la prima industria nel nostro territorio, al macchinista Vito Montalbano e gli operai Saro Montalbano, Alberto Scuderi, Vito Pollina, dalle domestiche ”mamma Ninetta”, Vita e Ciccia al parroco, dalla sarta Betta al fabbro, Peppino Quartana, dallo stagnataro Lo Betti al proprietario del negozio-bazar don Bartolo Pollina. I ricordi degli anziani, particolarmente dei nostri vecchi che hanno vissuto la transizione dal mondo contadino alla civiltà industriale, costituiscono un indubbio patrimonio di identità».
«Mi auguro- ha detto la presidente del Moica, Francesca Campo - che quel filo invisibile che lega le esistenze umane rimanga teso tra passato, presente e futuro a saldare la volontà e la capacità di tramandare ai nostri giovani il nostro ed il loro passato; a mantenere vivo il ricordo della nostra storia per tenere vive e salde le nostre radici».