Un giorno non ero più felice. In realtà erano un bel po’ di giorni che non ero più felice, ma un giorno decisi di fare qualcosa a riguardo: lasciai il mio “posto fisso” nell’azienda dove lavoravo da 7 anni, rinunciai al mio bell’appartamento nella periferia sud ovest di Londra, impacchettai la mia vita degli ultimi 6 anni e mezzo, feci un biglietto e partii.
Per andare a viaggiare in sud Asia con lo zaino in spalla? No, non proprio.
Per aprire un chiosco sulla spiaggia a Cancún? No, neanche.
Ho fatto qualcosa di meno esotico ma forse più originale: un giorno ho lasciato tutto, sono partito e mi sono iscritto all’università.
Ricordo che all’età di 8 anni ero in piscina con mio cugino. Avevo paura di gettarmi dal trampolino più alto e passavo ore sul bordo a guardare giù senza avere mai il coraggio di saltare. Ore a guardare giù senza decidermi. Un giorno mio cugino mi spinse da dietro. Da quel giorno passai il resto dell’estate a saltare giù.
Quando arrivai a Boston 6 mesi fa l’intenzione era quella di provare qualcosa che non avevo ancora provato. Non di ricominciare da capo, come qualcuno dice. Se si ricomincia in qualche modo significa anche che abbiamo messo un punto a quello che si stava facendo prima e io preferisco non mettere troppi punti per lasciare spazio di succedere a qualsiasi cosa possa succedere. Fu quando ero sul momento di tornare in Europa e (ri)cominciare a fare il trentaseienne con un lavoro e la testa apposto che mi resi conto di essermi dato la spinta ed essere saltato. E potevo continuare a farlo e che prima di ritrovarmi sul quel trampolino un’altra volta a guardare giù aspettando di prender coraggio e saltare, forse dovevo approfittarne e cercare di fare quanti più salti possibile.
Quindi mi chiesi, qual è una delle cosa che avrei sempre voluto fare ma non mi sono mai dato la possibilità di fare? Essere uno studente a tempo pieno e completare gli studi.
E qual è quel posto dove avrei sempre voluto provare a vivere, fin da quando da ragazzino nonno mi faceva vedere sul suo atlante la città dall’altra parte dell’oceano dove vivevano i suoi cugini amici di penna? Boston.
Quindi si fa qualche passo indietro dal bordo, si prende un bel respiro, si guarda dritto davanti a se (mai chiudere gli occhi quando si salta o ci si perde il meglio), poche falcate e si salta. Perché in fondo forse non è poi così vero che tutto è possibile ma è vero che sta a noi provarci e fare tutto quello che è in nostro potere fare, nella misura in cui il desiderio ci arde dentro, per renderlo possibile.
Non è il salto che fa paura né quello che ci aspetta in fondo, tanto quello che si succede durante la caduta. Questo ve lo farò sapere perché non vedo l’ora di scoprirlo.
Ellsworth, ME