A cura di John Tag.
Space Rock, Progressive, Ambient, Post Rock, Psichedelia, Elettronica fusa a strumenti classici, Dance... è questa la formula magica dei “MOLOTOY” nel loro disco di esordio “The Low Cost Experience”, su etichetta Modern Life. I Molotoy sono Andrea Buttafuoco al basso, Andrea Paciletti alla chitarra e talk-box, Andrea Minichilli agli archi e Gianluca Catalani alla batteria. La loro musica è piacevolmente avvolgente, dannatamente psichedelica con flash di luce accecanti, melodie elettroniche, ma anche violini, piano, chitarre e cambi veloci di tempo. Già al primo ascolto sono riuscito a cogliere la loro grande capacità creativa che ben amalgama le numerose e differenti esperienze musicali che ciascun membro apporta al gruppo. Insieme riescono a creare un discorso musicale complesso, condito da atmosfere oniriche e rarefatte, ma anche da ritmiche incalzanti.A discapito del titolo, l'Esperienza a basso costo (The Low Cost Experience)non ha certo intaccato minimamente la qualità di questo loro disco di esordio.Con grande piacere, cosa sicuramente non voluta ma nata dalla loro grande cultura musicale e dall'esperienza “Progressive”, ho potuto risentire sensazioni e sonorità che riecheggiavano nella mia mente e che mi ricordavano in maniera netta suoni ed atmosfere che avevo sentito in “Different String” dei grandissimi “Rush”. Sto parlando del brano “Mussaka” Da quanto ho potuto dedurre dall'ascolto del loro disco, credo che gruppi come i Kraftwerk, Chemical Brothers, Rush, Prodigy, Anekdoten e New Order, possano aver influenzato il loro modo di fare musica ma, sicuramente, Mogway, God is an Astronaut, Dream Machine e Ozrick Tentacles, sono un loro grande punto di riferimento. Bella è anche la copertina, ispirata a quelle dei vecchi L.P. di Progressive Rock anni 70, spesso considerate vere e proprie opere d'arte
Tra i dieci brani che compongono il disco vi voglio segnalare quelli che ho apprezzato maggiormente, ma chiaramente è un mio personalissimo punto di vista:
“Whe Are The Volvo”, brano molto ritmato e di facile ascolto, sfacciatamente dance;
“Holymount In The Rain”, in cui piano, violino e melodie inebrianti sono a tratti connesse a ritmiche ossessive;“Magical History Soup”, in cui è inserito il discorso di Nixon alla nazione per l'annuncio della fine della guerra in Vietnam;“Mussaka”, di cui ho già parlato sopra;“Werther”, unico brano non solo strumentale con Lorenzo Lambiase alla voce.In conclusione “The Low Cost Experience” è un gran bel disco che si fa decisamente apprezzare.https://www.facebook.com/molotoy
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