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Molto forte, incredibilmente vicino

Creato il 14 giugno 2012 da Nicky @NickysBooks
Molto forte, incredibilmente vicino

Titolo: Molto forte, incredibilmente vicinoAutore: Jonathan Safran FoerTitolo originale: Extremely loud & incredibly closeTraduzione: Massimo BocchiolaEditore: GuandaCollana: Le fenici tascabiliPagine: 351Prezzo: 10,00 €Formato: brossuraAnno 1ª edizione originale: 2005Anno 1ª edizione italiana: 2005Genere: narrativa, narrativa americanaCodice ISBN: 978-88-8246-941-2
Trama: Oskar, un newyorkese di nove anni a suo modo geniale, ama inventare singolari dispositivi. Inventa camicie di becchime per farsi trasportare in volo dagli uccelli in caso di emergenza, inventa un sistema di tubi collegato ai cuscini di tutti i letti di New York per raccogliere le lacrime di chi piange prima di dormire, riversarle nel laghetto del Central Park e mostrare ogni giorno il livello di sofferenza della sua città. A Oskar capita di piangere sul cuscino, da quando suo padre, complice di tanti giochi e invenzioni, è morto nell’attacco alle Torri Gemelle.Un giorno, non troppo per caso, in un vaso azzurro trovato nell’armadio del padre scopre una busta che contiene una chiave. Sul retro della busta c’è una scritta: «Black». Che serratura apre quella chiave? E se Black è un nome, chi è Black? Per scoprirlo Oskar intende bussare alla porta di tutti i Mr e Mrs Black della città: forse uno di loro sa qualcosa, conosce un segreto che può farlo sentire più vicino al padre. E se il suo viaggio per i distretti di New York non gli riporterà chi se n’è andato per sempre, forse gli recherà altri doni...(dalla quarta di copertina)

Giudizio personale: Penso di poter dire, con quasi assoluta certezza, che questa sia una delle recensioni più difficili che mi sia mai ritrovata a fare, da più di una settimana ci rimugino sopra, cercando di fare mente locale e capire bene cosa questo romanzo mi ha lasciato. Perché questa è stata, in tutto e per tutto, una lettura difficilissima che, per dirla alla Oskar, mi ha lasciato le scarpe pesanti, enormemente pesanti, e il cuore in lacrime. Questo libro ti entra dentro, con una forza inaudita, che non ti aspetti e ti trascina per le strade di una New York ferita, ma con tanta voglia di risollevarsi. Il protagonista di questo romanzo è Oskar, un bambino di nove anni a cui la vita ha strappato via il padre troppo presto, vittima dell'attentato al World Trade Center. Perdere un genitore è un dramma, a qualsiasi età, un dolore immenso e senza fine; perdere il papà a nove anni deve essere qualcosa di indescrivibile. Oskar aveva con suo padre un rapporto straordinario, unico, fatto di magia e complicità, quel tipo di rapporto che ti avvolge completamente, ma che ti lascia svuotato di tutto quando questo si interrompe in maniera così brusca. Il dolore che resta è così lancinante da rendere tutto impossibile, inutile. Difficile spiegare a un ragazzino di quell'età che la vita è così. Difficile fa convivere due modi diversi di vivere una perdita così grande, quella di un padre, quella di un marito. Oskar cerca di riempire le sue giornate, di occupare la mente per non pensare all'impensabile. Finché un giorno trova una chiave, una semplice e anonima chiave all'interno di una busta sul cui retro è stata scritta la parola "Black". Quella chiave è l'inizio di una caccia al tesoro infinita, sulle orme di un fantomatico Mr. Black (o Miss Black) che Oskar vuole trovare ad ogni costo, dovesse setacciare tutta New York, perché lui ha bisogno di risposte, ne ha bisogno per espiare un senso di colpa che lo sta divorando.

Questa è, a brevissime parole, la storia di Molto forte, incredibilmente vicino, ma nello stesso tempo è solo una parte infinitesimale di un quadro d'insieme molto più ampio. In questo libro c'è innanzi tutto la storia di una città ferita, spaventata e addolorata che con forza e tenacia si sta rialzando, dopo quello che è stato il capitolo più buio della sua storia. La ricerca di Oskar è questo, una sequenza di uomini e donne, di storie personali uniche che intrecciate formano un mosaico di vite eccezionali, le fondamenta della città di New York. 
Poi c'è un profondo messaggio di pace, di unità e fratellanza, una condanna della guerra in tutte le sue forme. Si parte dal bombardamento di Dresda e si arriva all'11 settembre, passando per l'atomica su Hiroshima. La violenza genera violenza, la guerra è solo dolore e devastazione: un messaggio tanto semplice che ti viene da chiederti come sia possibile, ad oggi, vivere in un modo dominato da guerre e odio.
Infine c'è Oskar. Mi è capitato di leggere recensioni, in alcuni casi illustri, che etichettavano questo libro, ma sopratutto l'autore, come furbo e "scorretto" per aver scelto come protagonista una bambino, affibbiandogli comportamenti poco credibili, in cerca della lacrima facile. A pensarci bene, a freddo, forse è in parte vero tutto questo. È vero che Oskar adotta in alcuni casi atteggiamenti non propriamente tipici per la sua età, ma è altrettanto vero che lui è un bambino sveglio, attento e interessato al mondo (ne esistono tanti di bambini così) e che ha vissuto un dramma enorme, che per forza di cose ti fa crescere più in fretta, molto più in fretta dei tuoi coetanei. Eppure lui rimane bambino, impossibile non vederlo, con il suo strano modo di esprimere, o meglio nascondere il dolore. Ed è qui che ti si stringe il cuore, quando emerge tutta la fragilità di questo bambino speciale. Mi ha strappato il cuore la scena della recita di Amleto, quanto avrei voluto abbracciarlo e stringerlo forte in quel momento. E il finale, quel dialogo liberatorio e salvifico con un perfetto estraneo ti priva delle ultime, residue barriere, lasciandoti allo stesso tempo ferita ma allo stesso tempo alleggerita di un peso estenuante. Il quel momento, su quelle pagine, non mi sono solo commossa, ho pianto come non mi capitava da molto tempo per un libro. Ho pianto come una bambina. Senza controllo. 
Questo libro va letto, se lo merita fino all'ultima parola dell'ultima pagina. Vi riappacificherà col mondo. 
Voto: 9
Citazione: "Che rimpianto, pensare che serve una vita per imparare a vivere una vita, Oskar. Perchè se potessi rivivere la mia vita mi comporterei diversamente. Cambierei la mia vita."


Colonna sonora: I still haven't found what I'm looking for deli U2
Consigliato: assolutamente sì, davvero a tutti
Istruzioni per l'uso: preparate i fazzoletti, vi serviranno 
Buona Lettura! Molto forte, incredibilmente vicino

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