"Se il sole esplodesse in questo momento, noi lo sapremmo solo tra otto minuti. 8 minuti. Il tempo che impiega la luce ad arrivare a noi dal sole. Se il sole esplodesse in questo momento, noi continueremmo ad avere luce e calore per altri otto minuti. E’ incredibile come a volte le cose siano già accadute ma noi lo veniamo a sapere solo in un momento successivo. Io avevo già capito tutto. Non era stato difficile, a dire il vero. Non sarebbe stato difficile per una persona distratta e superficiale, figuriamoci per uno attento ai dettagli e bramoso di conoscere il senso delle cose. E ora, che sono passati i giorni, le settimane, i mesi, ora che la verità è finalmente venuta a galla, nella maniera più fastidiosa possibile, non so niente di quello che non sapessi già. Ho aspettato, mi sono illuso, ho anche creduto. E l’ho fatto perché in ogni momento mi mancava di più, nonostante facessi di tutto per non sentire la sua mancanza. Ho fatto di tutto, davvero di tutto, per allungare il mio tempo con lei, perché dentro di me sentivo che stava per finire; e speravo di trovare una formula magica che mi consentisse di trasformare quel tempo in un tempo infinito. Non ce l’ho fatta. Perché qualcosa era già successo. E giovedì sera, sono inesorabilmente scaduti i miei otto minuti. Eppure sono stato contento di essere rimasto al buio. In altre situazioni direi che è sempre più buio prima dell’alba. L’ho pensato mille volte con lei. Ma stavolta no. Stavolta il sole è esploso, non ci sarà un’altra alba, domani. Il fatto è che volte bisogna anche essere contenti di ricevere una delusione. Perché ricevere una delusione è meglio che non aver avuto niente. E comunque anche da lì bisogna cercare di trarre il meglio possibile… Ok, sono rimasto al buio. Mi sono reso conto che il sole era già esploso, ne ho avuto la conferma. E con un gesto che non ha niente a che vedere con me ho cancellato un giorno di due anni fa in casa mia, in cui semplicemente scoprivo un piede per mostrare una sorpresa, e un pomeriggio di un mese fa davanti a casa sua, in cui levavo il giubbotto di pelle e mi sentivo dire che era stato tutto perfetto. “Inaspettato e perfetto”. Cancellati in una mezz’ora di dolore fisico (e non solo). E insieme a quei due momenti ne ho cancellati tantissimi altri, passati e futuri. Momenti in cui la gente chiede e un sorriso accompagna un racconto, un ricordo di una persona. Era qualcosa che credevo non sarebbe mai finito. Qualcosa che era dentro di me e che speravo sarebbe durato per sempre. E invece il sole era già esploso. Chissà se lei penserà che ne è valsa la pena di comportarsi così. Di mentire così. E’ vero quello che dicono: non essere sinceri non porta mai a niente di buono. Mai. Domande alle quali non avrò risposte, perché le cerco da una persona che mai è stata -e probabilmente mai sarà- completamente sincera e che se nella vita è stata chiara, lo è stata solo grazie a me in un libro. Di certo ho imparato una cosa: quegli otto minuti sono importanti, troppo importanti. Oltre che troppo belli, perché sono quelli che ti godi di più, con maggior enfasi, con maggior speranza. E io, in fondo, non sono nessuno per togliere gli otto minuti a una persona, nemmeno se si trattasse della persona peggiore del mondo. Quindi li voglio lasciare lì. Esattamente dov’erano. Se li vorrà vivere, se vorrà continuare a giocare, se vorrà continuare a sperare di trovare le soluzioni, allora si godrà i suoi ultimi otto minuti. Ancora otto minuti della mia luce e del mio calore. E la sensazione è che saranno davvero otto minuti eterni, perché la cosa era impostata in modo che fosse difficilissimo trovare le chiavi che portassero alla fine. Volevo che fossero eterni per me. Magari lo saranno per qualcun altro. E se invece non lo saranno, se a un certo punto arriverai alla fine e ti renderai conto anche tu che sono finiti… bé, capirai come mi sono sentito quando sono finiti i miei. E lì forse non ti lamenterai più di com’ero. E lì forse capirai che non ne è valsa la pena di comportarti così. E che quello che ti serviva ce l’avevi sempre avuto in mano. E mi sentirai molto forte e incredibilmente vicino. Ma a quel punto sarà buio anche per te.”
"Se il sole esplodesse in questo momento, noi lo sapremmo solo tra otto minuti. 8 minuti. Il tempo che impiega la luce ad arrivare a noi dal sole. Se il sole esplodesse in questo momento, noi continueremmo ad avere luce e calore per altri otto minuti. E’ incredibile come a volte le cose siano già accadute ma noi lo veniamo a sapere solo in un momento successivo. Io avevo già capito tutto. Non era stato difficile, a dire il vero. Non sarebbe stato difficile per una persona distratta e superficiale, figuriamoci per uno attento ai dettagli e bramoso di conoscere il senso delle cose. E ora, che sono passati i giorni, le settimane, i mesi, ora che la verità è finalmente venuta a galla, nella maniera più fastidiosa possibile, non so niente di quello che non sapessi già. Ho aspettato, mi sono illuso, ho anche creduto. E l’ho fatto perché in ogni momento mi mancava di più, nonostante facessi di tutto per non sentire la sua mancanza. Ho fatto di tutto, davvero di tutto, per allungare il mio tempo con lei, perché dentro di me sentivo che stava per finire; e speravo di trovare una formula magica che mi consentisse di trasformare quel tempo in un tempo infinito. Non ce l’ho fatta. Perché qualcosa era già successo. E giovedì sera, sono inesorabilmente scaduti i miei otto minuti. Eppure sono stato contento di essere rimasto al buio. In altre situazioni direi che è sempre più buio prima dell’alba. L’ho pensato mille volte con lei. Ma stavolta no. Stavolta il sole è esploso, non ci sarà un’altra alba, domani. Il fatto è che volte bisogna anche essere contenti di ricevere una delusione. Perché ricevere una delusione è meglio che non aver avuto niente. E comunque anche da lì bisogna cercare di trarre il meglio possibile… Ok, sono rimasto al buio. Mi sono reso conto che il sole era già esploso, ne ho avuto la conferma. E con un gesto che non ha niente a che vedere con me ho cancellato un giorno di due anni fa in casa mia, in cui semplicemente scoprivo un piede per mostrare una sorpresa, e un pomeriggio di un mese fa davanti a casa sua, in cui levavo il giubbotto di pelle e mi sentivo dire che era stato tutto perfetto. “Inaspettato e perfetto”. Cancellati in una mezz’ora di dolore fisico (e non solo). E insieme a quei due momenti ne ho cancellati tantissimi altri, passati e futuri. Momenti in cui la gente chiede e un sorriso accompagna un racconto, un ricordo di una persona. Era qualcosa che credevo non sarebbe mai finito. Qualcosa che era dentro di me e che speravo sarebbe durato per sempre. E invece il sole era già esploso. Chissà se lei penserà che ne è valsa la pena di comportarsi così. Di mentire così. E’ vero quello che dicono: non essere sinceri non porta mai a niente di buono. Mai. Domande alle quali non avrò risposte, perché le cerco da una persona che mai è stata -e probabilmente mai sarà- completamente sincera e che se nella vita è stata chiara, lo è stata solo grazie a me in un libro. Di certo ho imparato una cosa: quegli otto minuti sono importanti, troppo importanti. Oltre che troppo belli, perché sono quelli che ti godi di più, con maggior enfasi, con maggior speranza. E io, in fondo, non sono nessuno per togliere gli otto minuti a una persona, nemmeno se si trattasse della persona peggiore del mondo. Quindi li voglio lasciare lì. Esattamente dov’erano. Se li vorrà vivere, se vorrà continuare a giocare, se vorrà continuare a sperare di trovare le soluzioni, allora si godrà i suoi ultimi otto minuti. Ancora otto minuti della mia luce e del mio calore. E la sensazione è che saranno davvero otto minuti eterni, perché la cosa era impostata in modo che fosse difficilissimo trovare le chiavi che portassero alla fine. Volevo che fossero eterni per me. Magari lo saranno per qualcun altro. E se invece non lo saranno, se a un certo punto arriverai alla fine e ti renderai conto anche tu che sono finiti… bé, capirai come mi sono sentito quando sono finiti i miei. E lì forse non ti lamenterai più di com’ero. E lì forse capirai che non ne è valsa la pena di comportarti così. E che quello che ti serviva ce l’avevi sempre avuto in mano. E mi sentirai molto forte e incredibilmente vicino. Ma a quel punto sarà buio anche per te.”
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