Magazine Viaggi

MoMA, il museo della follia.

Creato il 18 febbraio 2015 da Martinaway @MartinawayTB

New York è piena di musei, tanto che un tratto della Fifth Avenue è stato soprannominato il Museum Mile. Ce n’è di tutti i tipi, dal Museo di Storia Naturale al Metropolitan Museum of Art, passando per il più appartato Museo dell’Immigrazione di Ellis Island, ed ognuno di loro è una vera esperienza, non solo un percorso culturale. Sono diversi nelle dimensioni e nel contenuto e se alcuni sono adatti a tutti, altri sono consigliati solo ai più curiosi o agli appassionati. Il Museum of Modern Art è uno di questi, uno di quei musei dove bisogna entrare senza pregiudizi oppure con salde conoscenze. È il frutto di tre signore ardite, di artisti che lo sono altrettanto e di un periodo storico apparentemente impazzito.

MoMA, il museo della follia.

“Il Museum of Modern Art…”

Il MoMA è folle per il momento in cui venne aperto: nove giorni dopo la crisi economica del 1929, quando tutti erano intenti a non affondare, più che all’arte e alle nuove idee. È folle per le sue fondatrici, definite le daring ladies, le ardite signore, che da una semplice idea nata nel 1928 crearono uno dei musei d’arte moderna più importanti del mondo. Lillie P. Bliss (che alla sua morte donò la sua collezione al museo), Mary Quinn Sullivan (insegnante d’arte e moglie di un collezionista) e Abby Rockefeller (sposata con il figlio dell’uomo più ricco del mondo) decisero di aprire una galleria temporanea dove esporre a rotazione opere innovative e contemporanee provenienti dall’Europa. Un’idea nuova, quasi inconcepibile, eppure di successo.

OOF, Edward Ruscha

OOF, Edward Ruscha

Ad alimentare la fortuna del MoMA ci pensarono poi i governi totalitari europei, che misero in fuga verso gli Stati Uniti moltissimi artisti, e la CIA, che, secondo indiscrezioni, finanziò i pittori e i disegnatori per sfruttare la forza propagandistica dell’arte contro la vecchia Europa. Il museo ospita ora oltre 100.000 opere, realizzate tra la fine del XIX secolo e i giorni nostri.

Gold Marylin, Andy Warhol

Gold Marilyn Monroe, Andy Warhol

Qui alcune tra le più famose opere d’arte moderna escono dai libri di scuola. La Notte Stellata di Van Gogh, le Ninfee di Monet, Les Demoiselles d’Avignon di Picasso e Campbell’s Soup Cans di Andy Warhol sono solo quattro di quelle che il museo espone, ma ci sono anche opere meno note ai non esperti e altre che probabilmente sono incomprensibili a tutti, forse anche agli artisti stessi.

Notte Stellata, Vincent Van Gogh

Notte Stellata, Vincent Van Gogh

È il caso della mostra temporanea che era stata organizzata durante il mio soggiorno a New York, l’artista in questione era Isa Genzken, il titolo della esibizione Retrospective. Ammetto di non essere un’esperta e che il messaggio mi è sfuggito, anche se, a quanto pare, una delle idee doveva essere quella di un tributo all’architettura della città. Un cartone di una pizza, un taxi, non è ovvio?

MoMA, il museo della follia.

“Un cartone di una pizza, un taxi…”

Altre opere invece mi hanno stupito e mi hanno obbligata ad una sosta per osservarle meglio. Una di queste è “Senza titolo (Struttura che mangia)” di Giovanni Anselmo: si tratta di un blocco di granito al quale, attraverso un elastico, è attaccato un pezzo più piccolo dello stesso materiale, a dividerli una foglia di lattuga e sul pavimento un mucchietto di segatura. Le è stato attribuito quel nome perché con il passare dei giorni la lattuga si consuma come se fosse la struttura a mangiarla: il blocco di granito più piccolo piano piano scivola verso terra e l’insalata “mangiata” viene sostituita periodicamente. Sono sicura che avete la mia stessa faccia di quando ho scoperto quest’opera d’arte.

Senza titolo (Struttura che mangia), Giovanni Anselmo

Senza titolo (Struttura che mangia), Giovanni Anselmo

Mi piace l’arte, ma confesso di non riuscire ad apprezzare del tutto quella moderna. Volevo vedere Cezanne, volevo vedere Monet e Van Gogh, ma la maggior parte delle opere esposte non mi interessavano e non mi hanno di certo entusiasmata, come avrete capito. Per questo motivo ho optato per una scelta veloce ed economica: ho approfittato del Target Free Friday Nights, ovvero dell’orario della settimana dove l’entrata al museo è completamente gratuita (il venerdì dalle 16.00 alle 20.00), concedendomi un giro rapido tra i corridoi, soffermandomi solo sulle opere che mi interessavano di più.

Ninfee, Monet

Ninfee, Monet

Il MoMA mi ha colpita con opere apparentemente incomprensibili, mi ha emozionato con quelle che avevo studiato a scuola e mi ha sconvolta con ammassi di oggetti che per me erano stati uniti a caso. Mi ha divertito nella mia ignoranza e mi ha fatto vedere i colori reali e non quelli stampati sulle pagine di un libro, quindi è un’esperienza che sono contenta di aver fatto. Il MoMA, dopotutto, va accettato per quello che è: un museo nato dalla follia e che di follia ha riempito le sue stanze.

Pink Panther, Jeff Koons

Pink Panther, Jeff Koons

________________________________________________________________________________________

 MAPPA E INFO

Il MoMA si trova al numero 11 di West 53rd Street, tra la Fifth Ave e la Sixth Ave ed è aperto dal sabato al giovedì dalle 10.00 alle 17.30 e il venerdì dalle 10.00 alle 20.00. È chiuso il giorno di Natale e del Ringraziamento. Il costo di un biglietto per gli adulti è di 25$, per i senior (over 65) di 18$, per gli studenti di 14$, per i ragazzi e i bambini sotto i 16 anni è invece gratuito. Il venerdì, dalle 16.00 alle 20.00, l’entrata è gratuita per tutti. Per maggiori informazioni sul MoMA e sulle mostre temporanee in programma, visita il sito ufficiale del museo.

Il mezzo più comodo per raggiungerlo è la metropolitana: linea blu (E) o arancione (M) con fermata express a 5 Av/53 St. Per capire come usare autobus e metropolitana clicca qui.

Per vedere altre foto del MoMA e di New York, sfoglia il mio album su Flickr.

Museum of Modern Art

Museum of Modern Art



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :