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Momenti di eresia di Carlo A. Martigli - 11° Appuntamento

Creato il 04 giugno 2013 da Ilibri
Momenti di eresia di Carlo A. Martigli - 11° Appuntamento Momenti di eresia di Carlo A. Martigli - 11° Appuntamento

Abbiamo ripetuto fino allo sfinimento che "Eresia" è parola greca che significa scelta e quindi sinonimo di libertà. Ma è ancora possibile essere liberi nelle scelte di libri da parte del lettore? Se in Italia uscisse il romanzo di tale Danilo Marrone, strapieno di strafalcioni, scritto pedestremente, con una trama altisonante ma improbabile, con una serie di "spiegoni" noiosi e descrittivi sulla falsariga delle sceneggiature da soap opera, mentre la voglia di stupire il lettore cade spesso nel ridicolo, nessun lettore, dopo averlo sfogliato brevemente, lo comprerebbe. Ma traducendo Danilo Marrone in Dan Brown, la spinta della macchina mediatica e pubblicitaria è tale che, a proposito di "Inferno", si parla già del caso letterario dell'anno. Il risultato è incerto, perché tra crisi economica e maturità del lettore, ci si pensa bene prima di acquistare un tomo di oltre cinquecento pagine al costo di venticinque euro, ma da quel che sento in giro, i boss del marketing pare abbiano già vinto. D'altra parte sappiamo benissimo che il costo di un prodotto dipende in massima parte non dal suo valore intrinseco, ma dalla spesa pubblicitaria che gli grava sopra. Mi ricordo di un noto detersivo per lavastoviglie che appariva continuamente in tv e che aveva un gemello, dal nome diverso, prodotto dalla stessa fabbrica, con le stesse componenti chimiche e che al supermercato costava meno della metà.
I fan dello scrittore americano, non me ne vogliano, e pensino pure (in qualche modo a ragione) che sia invidioso del suo successo. Si tratta piuttosto di rabbia, in quanto sono persuaso che se si fosse chiamato davvero Danilo Marrone e avesse scritto le stesse cose, oggi non se lo filerebbe nessuno. Per chi ha comprato e letto "Inferno" queste righe sono inutili, e mi rivolgo quindi agli incerti, invitandoli a ponderare la loro scelta. In realtà, tutto il romanzo non è altro che una gigantesca marchetta su Firenze, già pensando alla trasformazione in film, e se questo dovesse fare meglio conoscere la nostra splendida città nel mondo, ecco il grande, e unico, merito di "Inferno" e del suo scrittore.
Il giornalista Antonio Dipollina, certosino indagatore delle sciocchezze altrui, ha individuato una frase che mi era sfuggita (già, anch'io ho letto "Inferno", ma me lo sono fatto prestare da chi lo stava buttando via) e che riporto integralmente"Nonostante il grandioso salone fosse stato concepito per incontri politici privati e per le udienze del granduca, oggigiorno ospitava più che altro concerti, conferenze e cene eleganti...". Il nostro fa riferimento al Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, e lo stupore del professor Langdon di fronte all'utilizzo odierno è grandiosamente, se pure involontariamente, comico. Ecco, da questo punto di vista, per il cacciatore di simili e altre straordinarie perle, può valer la pena di leggere il romanzo.

 

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