Non ci sarebbe bisogno di una quarta di copertina-riassunto-trama. Momenti di trascurabile felicità. Chiaro, no?
Quei momenti di felicità piccole, di felicità che non dovrebbero essere felicità, di pensieri belli in un giorno bello e belli in un giorno brutto. Le cosine piccine. Quelle nella scatola dei ricordi che sembrano non avere senso ma sono lì, tutte insieme e un senso ti sembra che ce l’abbiano, ogni volta che li guardi.
Ecco, i pensierini delle 140pagineeunpo‘ di Francesco Piccolo sono così. Pensierini. Quotidiani. Irriverenti. Alcuni fanno sorridere, altri sono pure un po’ imbarazzanti.
Ad esempio quando parla di sbirciare nei bagni delle persone, la prima volta che va a casa loro. E quindi mi immagino Francesco Piccolo che va a casa di Qualcuno e Qualcuno ha letto il suo libro.
F.P.: “Possono andare in bagno?”
Q: “… Uhm.”
F.P.: “Il bagno, io, beh, devo andarci.”
E Qualcuno glielo indica a malincuore e quasi si alza, vorrebbe accompagnarlo, e poi fa una rassegna mentale di cosa è in disordine e se quando ha infilato tutto alla rinfusa in un cassetto perché sembrasse tutto in ordine che diamine ci ha infilato in quel cassetto, perdiana?! E se F.P. apre quell’antina e vede… che penserà?!
Ecco. Tipo.
Il fatto è che Momenti di trascurabile felicità non è fantasmagorico. A dirla tutta, potrebbe essere “trascurabile”. Però a me Francesco Piccolo piace molto, quindi l’ho letto.
Sono momentini e puoi leggerli come me in un’oretta di sole che fa sembrare sia arrivata la primavera oppure tenerlo sul comodino o accanto al divano da leggere due a due, come i cioccolatini (vabbe’, quelli anche quattro a quattro), e non potresti nemmeno dire “Sì, sto leggendo un libro, Momenti di trascurabile felicità“, perché insomma, non ha una trama, non è un romanzo, è come un bloc-notes di pensieri che hai rubato a qualcuno.
Alcuni sono divertenti. Altri sono insipidi. Qualche momento è banale. In molti ci si può rivedere e scoprire che nemmeno le proprie idiosincrasie e manie erano poi così originali. Alcuni sono noiosi. Altri fanno pensare. Qualcuno commuove. Molti li ho sottolineati. Altrettanti li ho annotati.
Non è un libro perfetto, però mi ha resa di buon umore e giocosa, e quindi mi sentirei un po’ traditrice a criticarlo. Come quando esci con qualcuno e passi una bella serata e poi magari ti dici: “Sì, vabbe’, non è che abbiamo detto chissà che…” o ti rendi conto che quella sera eri stranamente euforica o di buon umore e ti sei divertita ma la persona con chi eri a volte non la sopporti, in realtà. Però ti sei divertita, mica si può cancellarlo, quello.
Poi ti fa pensare ai momentini personali di trascurabili felicità. E’ una cosa carina, questa, che fa. Un po’ cattivi, a volte, personali o insensati.
Come
chiedere a un uomo di comprarti gli assorbenti solo perché è adulto e non può fare quellafaccialì, lo sfidi a farla, ma la fa lo stesso almeno un po’ e ti chiede tanti dettagli su come, dove, quali, quanti che sembra che acquistare un pacco di assorbenti sia paragonabile all’organizzazione della scalata dell’Himalaya
tenere la pipì anche se scappa un sacco, solo per non distrarsi da quella cosa che stai facendo e che ti piace
iniziare una discussione e accorgersi subito di avere torto ma voler avere ragione e infine averla
mangiare un cioccolatino dalla “ciotola bella coi cioccolatini belli” anche se è vietato, e sistemarli per bene perché nessuno se ne accorga
fare il caffè lungo per sorseggiarlo
trattenersi dal mettere il punto alla fine per far capire che è finito ma non finito davvero, che potresti scrivere altro, magari lo farai
Video:
- Francesco Piccolo legge brani da Momenti di trascurabile felicità a TEDxReggioEmilia
Momenti di trascurabile felicitàFrancesco Piccolo2012
Super ET
pp. 136
€ 8,00
ISBN 978880621139