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Momix: i Magici Percorsi della Vita

Creato il 12 febbraio 2014 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Giuseppe Floriano Bonanno

Prendi cinque ragazze e cinque ragazzi di diversa razza, provenienza e formazione, mettili insieme, allenali e istruiscili nella danza moderna e nella ginnastica artistica, scegli le musiche giuste, inventa giochi di luce e di colore da far rimanere a bocca aperta e ti ritrovi tra le mani Momix, una delle più incredibili espressioni artistiche del terzo millennio. Il Teatro EuropAuditorium, nel suo percorso volto alla promozione di rappresentazioni che possano creare e trasmettere emozioni, porta in scena Alchemy, la loro ultima fatica. La grande attesa, che regala una sala esaurita (ed è solo la seconda di sei recite) non viene certo tradita, lo spettacolo proposto è di quelli che colpiscono, attraggono, stupiscono, ma lasciano, anche, come inevitabile, qualche interrogativo e più di una sensazione contrastante. Per ottanta minuti, forse pochi, o semplicemente volati via troppo velocemente, questi bravissimi artisti ci donano una serie di esibizioni ai limiti dell’illusionismo, sfoderando un’abilità straordinaria tanto nel balletto, quanto nei gesti atletici, esaltati da un sapiente gioco di luci che ora veste ora sveste i ragazzi sul palco, trasformandoli in creature sfolgoranti o in macchie di buio inquietante, non più uomini e donne, ma figure dalle mille sfaccettature che si accendono e si spengono, lasciando i nostri sensi interdetti ed affascinati. Quello dei Momix è dunque uno spettacolo in cui sono i nostri sensi i primi e principali fruitori di quadri in cui le abilità individuali sono supportate dai ritrovati tecnici più moderni, o semplicemente dai più classici e tradizionali (funi e corde che tengono sospesi ed avvinti gli artisti facendoli fluttuare nell’aria in composizioni coinvolgenti ed incredibili) e in cui, dunque, la musica finisce per essere non solo colonna sonora, ma vera e propria protagonista.

Momix: i Magici Percorsi della Vita

La scelta dei pezzi musicali segue quindi un percorso preciso teso a sottolineare ogni passaggio suscitando negli astanti le sensazioni più diverse, dai brani trance a quelli ambient, da quelli tecno a quelli dance, da quelli new age a quelli onirici, ogni passaggio viene accuratamente scelto per fondersi alla perfezione con il gioco dei corpi, perennemente rivolti all’esplorazione di forme e congiunzioni inimmaginabili, nell’obiettivo finale di ricercare quella perfetta fusione che trasmetta allo spettatore ora inquietudine, ora gioia, ora dubbio, ora paura, ora angoscia, ora serenità. Tempo e spazio spariscono, luce ed ombre si alternano, colori e buio si fondono lasciando i presenti avvinti, attoniti, prigionieri di un’attesa che viene rinviata di quadro in quadro fino al finale, quasi liberatorio, in cui i corpi vengono finalmente mostrati nella loro pura e reale fisicità, senza più niente che li nasconda o li mimetizzi, disvelati finalmente nella loro vera essenza: reali, forti e giovani, esaltati da una colonna sonora liberatoria e quasi eroica.

Momix: i Magici Percorsi della Vita

Uno spettacolo che è dunque una immersione nel probabile, nel possibile o nel semplicemente vero, che lascia stupefatti e ammirati per la perfezione delle performance, solleticando i nostri sensi, in primis vista e udito, ma anche, a tratti, l’olfatto, ma che non tocca il cuore, non trasmette passioni, ma soltanto sensazioni puramente fisiche ed assolutizzanti. Alchemy è dunque l’ennesima ardita creazione di Moses Pendleton che porta i Momix a compiere un nuovo viaggio prodigioso in cui, miscelando le sostanze base nei loro originali alambicchi, svelano i segreti dei quattro elementi primordiali – terra, aria, fuoco, acqua – dando vita ad un’opera che sprigiona arcane suggestioni e attira in una dimensione profonda. Creazione multimediale ricca di fantasia, di bellezza e di mistero in cui l’immaginazione di Pendleton finisce per contagiare, comunque, il pubblico. Gli applausi finali sono calorosi e scroscianti, anche se alla fine resta forse la sensazione di una mancanza, ma di cosa? A voi che andrete a vedere questo Alchemy l’ardua sentenza…

In copertina: Fotografia di Max Pucciarello

Momix: i Magici Percorsi della Vita

     

     

     


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