Diane è una vedova con un figlio che ha problemi comportamentali internatoin un istituto per minorenni. Decide di badare lei stessa al figlio e cominciano a cercare una casa ed ha relazionarsi…Dolan fa tutto da solo: sceneggiatura, regia, montaggio e lo fa anche bene. La mano e ferma,decisa senza sbavature, dirige bene gli attori (bravissimi) e porta a compimentoun film che sul piano tecnico è ineccepibile. Ma è la scrittura, il soggetto che non convince. Tre esseri umani abbandonati agli eventi, senza alcun contatto con se stessi e con l'esterno, in balia dei propri problemi. Crudeli e scialbi.Un dramma edipico sullo sfondo di un Canada, che come tanto occidente, non trova più il bando della matassa di come e perché esistere.Dolan è di sicuro un regista di interesse,ma la sua visione della realtà è ingombrante e
lapidaria come la sua inquadratura 1:1 che
poi si allargherà a 16:9. Stiamo in attesa.PREMIO DELLA GIURIA AL 67. FESTIVAL DI CANNES (2014).
2 Stelle


