e’ proprio vero che l’abito non fa’…
L’ufficio anti riciclaggio Thailandese ha scoperto che un monaco – Luang Pu Nenkham – che afferma di essere l’abate del monastero di Pa Khanti Dhamma a Sisaket, aveva 10 conti correnti ed effettuava transazioni giornaliere fino a 20 milioni di baht in totale.
Suwanee Sawaengpol, vice capo del centro antiriciclaggio, ha sottolineato che questi conti correnti venivano gia’ monitorati per frode e pertanto ulteriori transazioni potrebbero risultare in accuse di riciclaggio per il monaco. Suwanee ha dichiarato che le indagini hanno portato a piu’ di 2 milioni di baht spostati da ciascun conto ogni giorno e che, legalmente, la banca deve notificare l’Ufficio Antiriciclaggio di queste transazioni. L’agenzia e’ certa di possedere tutte le prove contro il monaco e la sua rete di discepoli e che tutti possono essere incriminati per frode pubblica. Ufficiali del centro visiteranno il monastero la prossima settimana per raccogliere indizi e l’agenzia inoltre cerchera’ di ottenere l’approvazione il 17 luglio da parte della commissione parlamentare delle transazioni bancarie per un’indagine su tutti i beni posseduti dal monaco e dalla sua rete. Nel frattempo, l’abate del monastero di Wat Tai Phrachaoyai Ong – Phra Rajathamkosol – in Ubon Ratchathani ha dichiarato che il tempio dove Luang Pu Nenkham o Phra Weerapol Sukpol e’ stato ordinato, ha creato una commissione per indagare sulle attivita’ del monaco il quale, qualora risultasse di aver abusato del suo voto monastico, verra’ espulso. L’Ufficio Buddista di Sisaket ha formato un pannello con l’intento di indagare sulle presunte rivelazioni dello stile di vita del monaco in particolare su prodotti lussuosi, donne, donazioni, la costruzione di una replica del Buddha senza permesso come pure un monastero e le sue filiali costruiti senza permessi. La commissione ha concordato un’azione disciplinare nella quale il monaco, che nel frattempo vive all’estero, dovra’ testimoniare di persona. Fonte: The Nation