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Monday Story: Una giorno come tanti

Da Silbietta @silbi_etta

Una storia, una persona, un luogo.
Un fiume di parole per iniziare la settimana con uno slancio diverso e con una piccola riflessione.
Il lunedì, su Interno 105, trovate la Monday Story.

Una città di mare come tante.
Un giorno di fine febbraio, anche se il clima sembra anticipare di qualche mese la stagione estiva.
Il sole fa allegria.
I bambini pianificano le fughe post scuola in riva al mare.
E’ tempo di partite di calcio sulla spiaggia, di merende all’aria aperta, di giornate che si allungano sempre di più.

Le ore trascorrono tranquille e spedite.
Nelle case si inizia a preparare il pranzo.

S. come ogni settimana, si prepara per andare all’hammam.
Di solito aspetta che il figlio esca da scuola per portarlo con sé.
Stavolta, però, preferisce andarci in tarda mattinata.

Perchè quel pomeriggio ha intenzione di portare i suoi due figli al mare.
S., cresciuto in quel luogo, ama pescare.
E la stessa passione l’ha trasmessa a suo figlio.

Quel pomeriggio vuole passarlo con la sua famiglia.
Il lavoro, ultimamente, rende poco e lui è costretto ad arrangiarsi.
Si ritrova a fare il doppio lavoro.
Ma per la sua famiglia questo e altro.

Oggi finalmente ha un giorno di riposo.
E vuole dedicarlo tutto a loro.
Ai figli, alla famiglia.

Nonostante le difficoltà degli ultimi anni, S. ha sempre mantenuto quel sorriso contagioso, quel carattere gioviale che lo hanno contraddistinto fin da quando era piccolo.
E’ sempre stato un amico sincero, S.
Sia con i colleghi, che con i compagni di scuola.
E’ amato da tante, tantissime persone.
S. è un gran lavoratore.
Uno che non si arrende.

La casa dove vive con la sua famiglia se l’è costruita, durante gli anni da studente, mattone dopo mattone, tutto da solo.
Senza mai lamentarsi.
Continuando a sorridere alla vita.
Anche quando da sorridere c’era ben poco.

Si sente, di tanto in tanto, con il suo caro amico, trasferitosi all’estero.
Lo considera come un fratello.
E quando riescono a rivedersi, quelle rare volte che l’altro riesce a tornare in patria, è festa grande.

S. sa di essere fortunato.
Perchè ha un tetto sulla testa, la salute che lo assiste.
E una famiglia che gli vuole bene.

I soldi, quelli magari non sono tanti.
Ma lui è felice così.
E trova sempre un modo per sorridere alla vita.

E in quel giorno qualunque, in quel paese qualunque, sa che di motivi per sorridere ce ne saranno ancora tanti, nella sua vita.
A partire proprio da quel pomeriggio.
Non fosse altro che per quel sole splendente e caldo che si affaccia dal cielo.

Si incontra con un amico al cafè vicino l’hammam.
S. guarda ancora una volta il sole.
Quel sole così brillante.

E pensa che quella in arrivo sarà un’estate speciale.
Poi entra, ancora con il sorriso sulle labbra.

E’ un giorno come tanti.
In una città come tante.
Nella vita di un uomo qualunque.

S., da quell’hammam non è uscito con le proprie gambe.
E’ morto fulminato (forse, per un filo lasciato incautamente scoperto).

Non ha mai potuto accompagnare i propri figli, di 13 e 8 anni, in spiaggia.
E non è riuscito a dire a sua moglie quanto fortunato fosse stato ad incontrarla sulla sua strada.

Se n’è andato così, all’improvviso, prima di compiere 40 anni.
Quel paese come tanti ora ha un sorriso in meno.

Quello di Sami.
Buon viaggio.
Che il tuo sorriso tanto contagioso possa tornare in qualche modo ai tuoi cari.

(Inauguro con un velo di tristezza una nuova rubrica. Ma era un ricordo dovuto. Per Sami, per me. E soprattutto per mio marito).

Pensato da

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