Mondiali di pattinaggio 2014: cappellini/lanotte trionfano, kostner terza

di Nicola Pucci

I Mondiali di pattinaggio 2014 alla Super Arena di Saitama potrebbe aver segnato l’ultima, prodigiosa esibizione di Carolina Kostner. Proprio così, miei cari amici, la ventisettenne bolzanina, carica di allori e gloria sportiva e con la recente meravigliosa medaglia di bronzo olimpica al collo, chiude probabilmente qui una carriera fantastica e lo fa con l’ennesimo risultato di prestigio di una carriera da fuoriclasse. Ma la kermesse nipponica è anche l’apoteosi ai massimi livelli dei danzatori Anna Cappellini e Luca Lanotte che raccolgono una fantastica medaglia d’oro ed entrano prepotentemente nella galleria dei grandissimi della specialità che unisce tecnica ed eleganza.

Carolina Kostner – da theblaze.com

L’evento giapponese non raduna proprio il meglio del ghiaccio, se è vero che molti celebrati campioni di Sochi hanno dato forfait. L’unico trionfatore a cinque cerchi presente all’appuntamento mondiale è il beniamino locale Yuzuru Hanyu e il rappresentante del Sol levante con un magistrale programma libero risale dal terzo al primo posto sopravanzando il connazionale Tatsuki Machida e l’iberico Javier Fernandez, confermandosi il migliore al mondo. Ma è la sfida al femminile ad entusiasmare noi italici. Il programma corto di giovedì, senza Sotnikova e Yu-Na Kim, prima e seconda a Sochi, si apre con il capolavoro di Mao Asada, unica ad azzardare il triplo axel, che in compagnia del “Notturno” di Chopin disegna una prova memorabile che le regala un punteggio da record del mondo, 78.66, e la prima posizione provvisoria. Non ti aspetti Suzuki, veterana nipponica all’ultima grande manifestazione in carriera, che segna un eccellente 71.02, ma è Carolina Kostner, reduce dai fasti olimpici, a meritarsi la standing ovation del competentissimo nonchè educatissimo pubblico di fede locale per la perfetta combinazione triplo flip-triplo toeloop-triplo rittberger, eseguita con la consueta grazia sulle note dell’”Ave Maria” di Schubert. L’azzurra è poco distante da Asada, 77.24, e rimane in lizza per la medaglia d’oro al pari della baby-fenomeno Julia Lipnitskaya, campionessa europea, che riscatta la delusione olimpica a suon di trottole e con 74.54 è terza proprio davanti a Suzuki e Gracie Gold. Il programma lungo è avvincente, tre fuoriclasse si danno battaglia ed è spettacolo allo stato puro. Carolina è la prima dell’ultimo gruppo a scendere in pista, presenta come d’abitudine il “Bolero” di Ravel che ormai manda a memoria ma stavolta non è ispirata. Capitombola nella combinazione triplo flip-triplo toeloop, non disegna al meglio un programma difficile ma con il punteggio di 203.83 guadagna la prima posizione. Non sarà oro Kostner, perchè Mao Asada è nettamente avanti e Lipnitskaya la scavalca di non molto, ma trova posto sul terzo gradino del podio ed è gran risultato.

Cappellini/Lanotte – da gazzetta.it

La competizione della danza va in scena venerdì con l’eccellente short program di Cappellini e Lanotte che in una sfida combattuta sul filo dei centesimi pattinano con eleganza e stile ma anche determinazione ed esuberanza il loro “42nd street” sopravanzando di un soffio i canadesi Weawer/Poje, 69.70 contro 69.20. In terza posizione ci sono i francesi Pechalat/Bourzat, che di solito sono davanti ai nostri ma stavolta con 68.20 rimangono dietro, in corsa nonostante tutto per la vittoria. Si decide col programma lungo di sabato, e la vicenda che sto per narrarvi ha qualcosa che oscilla tra il fantastico e il leggendario. Sì, perchè i francesi e i canadesi si esibiscono con audacia tecnica superiore ai due ragazzi italiani e riducono il margine di svantaggio, ma Cappellini e Lanotte proprio nel giorno più importante della loro carriera sciorinano un “barbiere di Siviglia” magistrale, impeccabile da un punto di vista stilistico, senza sbavature tecniche, artisticamente completo e col punteggio complessivo di 175.43 anticipano i rivali, 175.41 e 175.37. Un margine talmente risicato da rendere ancor più bella una medaglia d’oro che li pone a fianco di Fusar Poli/Margaglio, vincitori nel 2001 a Vancouver, così come struggente è il pianto liberatorio della dolcissima Anna.

L’ultima annotazione di una campionato del mondo che per l’Italia si chiude trionfalmente è per Hotarek/Berton, noni nella competizione delle coppie che regala ai teutonici Savchenko/Szolkowy il quinto titolo in carriera, e Ivan Righini, nato moscovita ma eleggibile a difendere i colori azzurri, quattordicesimo nel concorso maschile alla prima grande competizione della sua ancor giovane carriera.

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