Alternatives économiques: La Francia sembra a mal partito nella mondializzazione... Jean-Paul Fitoussi: La globalizzazione diventa al tempo stesso la scusa e la causa prima di ogni evoluzione sgradevole che riguarda i paesi! Bisogna dire che è un concetto vago che permette facilmente delle manipolazioni. Quelli che la citano spiegano spesso e con insistenza che le differenze dei costi del lavoro svantaggiano le economie dove gli stipendi sono alti. Si percepisce molto rapidamente il limite e la contraddizione di un tale ragionamento. Questo significherebbe che i paesi ricchi sarebbero i perdenti nella mondializzazione semplicemente perché sono ricchi.... si vede bene che non è ciò che realmente succede e quali siano gli interessi che questo discorso retorico serve. Se lo si prendesse sul serio, per minimizzare queste perdite sarebbe possibile una sola politica: l'abbassamento degli stipendi o in ogni caso la loro stagnazione.
Il problema nasce dalla confusione tra una mondializzazione retorica e le mondializzazioni reali. La mondializzazione reale si produce in un mondo costituito da stati-nazione. Ora quale è la funzione di uno Stato-nazione? È quella di proteggere la sua popolazione. Gli Stati-nazione sarebbero spariti da molto tempo se non adempissero più a questa funzione. Ed in questo mondo di stati-nazione che strutturano la mondializzazione reale, esistono delle iper e delle superpotenze. Questa semplice constatazione permette di realizzare un passo da gigante nei confronti della mondializzazione retorica. Per definizione, la protezione ed il potere non vanno d'accordo col mercato. È ciò che si insegna a tutti gli studenti. Che cosa diventa il liberalismo economico in questo contesto? Largamente una finzione: quello che determina la vendita o meno di una centrale nucleare, per esempio, è anzitutto una questione di potere reciproco tra l'acquirente ed i venditori. Le strategie geopolitiche ed i rapporti di forza tra i differenti Stati sono completamente integrati negli scambi commerciali e finanziari. A.E.: Ritorniamo alla Francia. La sua economia è veramente inadatta alla mondializzazione oppure soffre soprattutto delle strategie non cooperative in seno alla zona euro? L'intervista completa qui:
http://documentazione.altervista.org/ae_fitoussi_europa_tragedia_greca.htm
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