Mondo scrittura: La nobile arte della punteggiatura 2.

Creato il 14 luglio 2014 da Isabelje60754 @IsabelJE60754

Per la rubrica Mondo scrittura proponiamo il secondo articolo della serie di Cristina M. Cavaliere dedicata alla punteggiatura. Oggi si parla della virgola e dei due punti.

In questo nuovo post sulla punteggiatura (leggi QUI la prima parte) vi presento il segno più irrequieto ed eclettico della nostra corte immaginaria: la principessa virgola.

Portrait of Princess Anna P. Gagarina,
née Lopukhina
di Jean-Louis Voille, c. 1792,
The Hermitage, St. Petersburg, Russia
http://www.hermitagemuseum.org:
un nobile esempio per la principessa virgola!

La virgola è spesso usata in maniera del tutto indiscriminata, per quello dico che è un segno irrequieto: non è colpa sua! Anche in questo caso, ci sono scrittori che fanno cadere virgole come i fiocchi di neve in inverno (nella prosa ottocentesca era usata moltissimo); altri invece che inseriscono la virgola negli unici punti dove non dovrebbero metterla, dimostrando una volontà perversa; altri ancora che considerano la virgola un’illustre sconosciuta e, piuttosto di sbagliare, non la usano quasi mai.
Ad ogni modo, la virgola serve ad indicare tutte le più lievi pause nell'ambito di un discorso; per questo motivo è spesso facoltativa e diventa una  questione di stile. Senza addentrarmi troppo nei meandri della grammatica, essendoci  voci più autorevoli della mia, riporto qui di seguito alcune semplici regole su cui saremo liberi di discettare.

La virgola è facoltativa, ma raccomandata:
  • per dividere una parola dalla successiva in un elenco di termini simili (nomi, aggettivi, avverbi, pronomi): Marcello è un giovane bello, nobile, generoso. Ha denaro, fascino, potere.
  • per indicare una pausa breve nel discorso che potrebbe diventare concitato: Sarà vero, Marcello si sposa, un fatto simile, proprio con la duchessa Giulia, che dolore, che sciagura.
  • per dividere sia due proposizioni nel discorso che gli elementi in una stessa proposizioneQuando la contessina Carlotta seppe che Marcello si sposava, corse difilato a casa sua. Trovando la porta chiusa, cominciò a prenderla a pugni e calci. Il marchese Marcello uscì di casa. Non appena lo vide, la contessina cominciò a prendere a pedate anche lui.
La virgola è obbligatoria:
  • prima e dopo il vocativo per separare il nome della persona, dell’animale o della cosa cui ci si rivolge: “Marcello, non ricordi che avevi promesso di portare me all'altare?” “Carlotta, ti è dato di volta il cervello?" in cui l'inizio delle due frasi equivale a "O Marcello" "O Carlotta".
  • per staccare un inciso (sia esso una parola o una frase): La contessina Carlotta, furiosa, sferrò un gancio sinistro alla mandibola di Marcello. Il marchese, colpito con potenza, volò al tappeto.
Inoltre:
  • la virgola si pone dopo l’interiezione, in sostituzione del punto esclamativo, quando l’esclamazione prosegue: “Ahi, che dolore!” gridò Marcello, massaggiandosi il mento.
  • si pone dopo alcuni avverbi che abbiano funzione assertiva o negativa“Sì, te lo meriti! Sei proprio un miserabile,” ribatté l'indignata Carlotta.
Ancora:
  • la virgola si inserisce nelle date delle lettere e di altri scritti, dopo il nome del luogo da cui si scrive e prima della data: Baraonda, 15 giugno 2014 e, negli indirizzi, tra il nome della via, piazza ecc. e il numero civico: Piazza Pandemonio, 1
Un errore gravissimo, uno di quelli che facevano montare il sangue alla testa dei nostri insegnanti d’italiano, è separare con la virgola il soggetto dal predicato, il predicato dall'oggetto, la copula dal nome del predicato, il predicato dal predicativo del soggetto o dell’oggetto. L’insidia non nasce da frasi come: Marcello prese un antidolorifico dove è facile evitare di mettere la virgola tra il soggetto (Marcello) e il verbo (prese) o tra il verbo (prese) e il complemento oggetto (un antidolorifico), quanto da frasi più lunghe ed articolate, e come tali ricche di virgole. 

In questo senso può aiutare ricordare che, mentre una virgola separa, due virgole isolano quello che è posto al loro interno lasciando inalterato il senso di ciò che precede e ciò che segue. Quindi NO a frasi come Marcello, prese un antidolorifico. Ma SÌ a frasi come Marcello, che soffriva in modo terribile, prese un antidolorifico. In altre parole, la frase Marcello prese un antidolorificosi regge bene anche da sola, mentre nell'esempio errato Marcello non si regge in piedi né grammaticalmente né come essere umano fedifrago.

La virgola prima di “e” di norma non si mette: La duchessa Giulia dalle Alte Gengive e il cavalier Fabio de' Superbi portarono Marcello in ospedale. Tuttavia se chi scrive vuole dare una pausa prima della “e”, come vi fosse qualcosa ancora da aggiungere, l’uso è consentito: Il medico diede a Marcello un antidolorifico più potente, e anche qualche consiglio sulle donne.

Per il momento non voglio mettere troppe virgole al fuoco, potremo riprendere la questione con un altro post e fare altri esempi ancora più raffinati. Passiamo ora a quei discoli dei principini due punti, per i quali ho trovato questo ritratto di due simpatici gemelli:

http://www.columbusmuseum.org/


Anche questo segno d’interpunzione indica una pausa tra i periodi, ma è anche un segno chiarificatore. Chiamiamo in nostro aiuto il solito marchese Marcello e le sue disavventure, continuando la nostra storiella.
  • La funzione più comune dei due punti è quella di introdurre la frase nel discorso diretto Marcello replicò al dottore: “Si faccia gli affaracci suoi. Lei non sa chi sono io.”
  • o, anche in questo caso, un elenco di persone, animali o cose“Tra le mie proprietà vi sono: alcuni immobili di pregio a Montecarlo, uno yacht in Costa Smeralda, alberghi in Engadina, un conto in banca in Lussemburgo.” (scusate l’esempio bislacco, è sempre Marcello che parla).
Chiudiamo in bellezza il post con l’incipit del romanzo Cenere di Grazia Deledda, dove ci sono numerosi esempi di virgole:

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :