Il crollo del valore della moneta virtuale Bitcoin è dovuto allo scoppio di una bolla speculativa o soltanto a problemi tecnici?
Si tratta di una moneta non coniata né controllata da alcuna banca centrale. Essa è stata creata fino alla fine del 2012 ad un ritmo di 50 unità ogni 10 minuti, mentre dal 2013 al 2017 saranno 25 i nuovi pezzi, sempre ogni 10 minuti. Il valore di questa moneta è stabilito da un algoritmo complesso, aggiornato ogni 10 minuti.
La moneta virtuale Bitcoin può essere utilizzata per acquistare
beni e servizi in rete. Per ottenerla, basta scaricare l’apposito software online (numerose sono le applicazioni per smartphone). Si riceverà un codice alfanumerico da 34 o 36 caselle, che identificherà in modo univoco il possessore. Esso sarà legato ad un account, su cui potranno essere scambiate le valute tradizionali (dollari, euro, sterline, yen, etc.) in moneta virtuale Bitcoin, sulla base del rapporto di cambio indicato dall’algoritmo al momento dell’operazione.
Si pensi che nello scorso mese di ottobre un Bitcoin valeva ancora 10 dollari. Agli inizi di marzo, il suo valore era già esploso a 35 dollari, mentre la scorsa settimana sfondava quota 100 dollari, per arrivare a 260 dollari di due sedute fa, prima del crollo.
Le ragioni di tanto successo potrebbero essere molteplici. Il boom di marzo e aprile avrebbe molto a che fare con la fuga dalle banche di migliaia di risparmiatori-investitori dopo il caso Cipro. Non è casuale, infatti, che sull’isola e a Los Angeles saranno installate nelle prossime settimane le prime macchine bancomat, che consentiranno al possessore di moneta virtuale Bitcoin, inserendo il codice, di ottenere valuta reale da scambiare per l’acquisto online della moneta digitale, che fisicamente non è disponibile. E presso gli sportelli bancomat, invece, si potranno cambiare i Bitcoin con valuta reale.
Che dietro a tale giro di affari ci possa essere la mano della criminalità non è un mistero. Le transazioni con i Bitcoin, infatti, garantiscono l’anonimato, sebbene siano tracciabili. Lo ha stabilito anche il Dipartimento del Tesoro USA, che insieme alla Financial Crimes Enforcement Network ha chiarito che le operazioni sopra i 10 mila dollari dovranno essere comunicate, come per il resto del mondo della finanza, ai fini anti-riciclaggio, ma l’identità dei soggetti sarebbe tenuta comunque anonima.
Il rischio per chi investe in questa valuta è di ritrovarsi al bando per via della decisione di qualche governo di considerare la moneta fuori legge. In Cina, ad esempio, non è possibile acquistare beni e servizi reali con moneta virtuale Bitcoin, mentre in Europa tale pericolo non dovrebbe esistere, visto che ad ottobre la BCE non ha considerato questa nuova forma di pagamento un rischio per il mercato.
Attenzione, comunque, a non confidare eccessivamente nella salita perpetua delle quotazioni.