Ogni Stato ed ogni area politico monetaria come l’ Europa ha una propria moneta. Il denaro, infatti, è stato creato dall’uomo come mezzo per regolare gli scambi, ma ben presto si è trasformato in un vero e proprio strumento di potere, complici anche le politiche delle Banche Centrali e dei Fondi monetari.
La moneta, infatti, risente delle logiche e dei giochi decisi “dall’ alto” ed è capace di incidere pesantemente a livello socio-economico. Un esempio è il caso dell’ Euro, frutto di una politica economica gestita a livello comunitario, che ha applicato un tasso di conversione delle vecchie valute nazionali, non sempre favorevole. Se da una a parte si evince una certa tendenza alla globalizzazione, anche sotto il profilo economico, che porta all’affermazione di poche monete forti (Euro Dollaro e Yen), dall’altra, anche in questo ambito si avverte un ritorno ad una dimensione locale.
Accanto alle monete nazionali, infatti, si assiste allo sviluppo ed alla diffusione di valute alternative che rappresentano in tutto e per tutto un mezzo per supportare gli scambi commerciali. Solitamente, si tratta di valute complementari che si integrano al denaro ufficiale del Paese e che vengono utilizzate in maniera volontaria.
L’utilizzo della valuta alternativa sancisce l’appartenenza ad una comunità, la condivisione dei suoi valori e la volontà di supportarla e di contribuire al suo sviluppo. Si tratta, in un certo senso, non solo di una battaglia economica, che mira alla creazione di denaro alternativo per contrastare la speculazione, ma sopratutto ideologica, etica e sociale che cerca di riappropriarsi di una dimensione locale troppo spesso offuscata dalle grandi realtà multinazionali.
La moneta locale rappresenta, forse, anche una soluzione per reagire alle crisi. D’altronde, monete alternative sono state sempre create durante i periodi di maggiore crisi, durante la guerra in Italia (nel 1943 c’erano le «AM-lire» coniate dall’esercito USA), ma anche durante la rivoluzione in Argentina e in Spagna. Meno rivoluzionaria rispetto al passato, in Inghilterra, oggi, c’è il Brixton Pound, complementary currency della Sterlina, che può essere utilizzato in versione cartacea o digitale solo nello storico quartiere londinese per risollevare le sorti dell’economia locale.
La moneta alternativa viene acquistata ad un tasso fisso ed in pratica, avendo lo stesso valore della moneta ufficiale, non produce reale valore economico, ma regala maggiore potere d’acquisto, la possibilità di far crescere le aziende del territorio ed di avviare un processo di fidelizzazione verso gli esercizi commerciali che utilizzano questo tipo di denaro.
I sistemi di valuta alternativa sono semplici, rappresentano un patto sociale tra gli attori di una comunità, ed un modo per valorizzare il territorio e per frenare, almeno in parte, la corsa di una corrente global che, pur non volendo demonizzarla a tutti i costi, finisce per imporre le sue regole e le sue leggi.
La valuta alternativa potrebbe essere una soluzione per combattere, almeno in parte, la difficili crisi economica e dare inizio ad una nuova economia?