C'erano da montare 34 porte in un giorno, complete di mostre e ferramenta.
Partimmo la mattina presto in tre, alle 8 già avevamo i ferri in mano, ce ne andammo alle 8 di sera.
Il giorno dopo tornai da solo per finire.
La mia attrezzatura: cassetta degli attrezzi, cassetta delle viti, avvitatore berner con mandrino da 14, avvitatorino berner, trapano makita, tassellatore makita, seghetto alternativo makita, multifunzione berner, circolare da banco, troncatrice bosch, zeppe e spessori, prolunghe, silicone a profusione.
Con tutto quello che ho potrei scatenare una guerra, e se mi fermano con il mio coltellino da funghi capace che rompono il cazzo.
Iniziai a lavorare di mattina presto, una pausa caffè intorno alle 10 e poi giù di continuo.
In lontananza si avvicinò un operaio con un caffè in mano.
"Tieni"
"Grazie amico, ma che ore sono"
"Le 2, non mangi?"
"No" gli faccio "ormai no, prendo il caffè e mi fumo una sigaretta, non voglio andare via tardi come ieri...Tu da dove vieni"
"Romania" mi risponde con tono basso
"Romania dove"
"Sibiu"
"Sono stato in Romania diversi mesi, per lavoro. Ti manca il tuo paese?"
"Si guadagna troppo poco, 300, 500"
"Dai vieni fuori, fumiamo una sigaretta seduti"
"No, non c'è tempo"
Tornò a lavorare subito, mentre io mi presi un minuto su una sedia di fuori.
Misi Money in sottofondo dallo stereo della macchina, e accesi la mia sigaretta.
Era una bellissima giornata, cielo sereno, glia alberi erano immobili, non tirava un filo di vento, si stava in felpa.
Davanti a me passò una giovane mamma con la bambina a seguito. Portava un passeggino e dentro c'era una cartella, la figlia camminava vicino a lei con una stella di natale tra le mani.
La donna mentre passò mi diede uno sguardo e sorrise, io contraccambiai.
Mentre andavano via osservai l'allegro camminare della bambina, tutta presa da quella stella fatta in classe.
Pensai alla favolosa scopata della notte prima, ai suoi seni duri e ai suoi sospiri, a quei ricci che toccavano il mio viso, alle contrazioni del suo stomaco sotto le mie mani, ai suoi occhi sbarrati che mi fissavano per poi richiudersi piano, alla sua schiena nuda.
Il sole stava tramontando ed io avevo ancora tanto lavoro da fare.
Come passano in fretta le giornate.