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Monina, Michele - Nuova intervista all'autore di PARIGI E' UN LUNGO TRAMONTO

Creato il 22 gennaio 2013 da Ilibri
Monina, Michele - Nuova intervista all'autore di PARIGI E' UN LUNGO TRAMONTO Monina, Michele - Nuova intervista all'autore di PARIGI E' UN LUNGO TRAMONTO

Monina, Michele - Nuova intervista all'autore di Parigi è un lungo tramonto (Laurana)

A dicembre è uscito il settimo volume della collana "Europe" scritta da Michele Monina e dedicata alle principali città europee (Laurana Editore). Stavolta atterriamo a Parigi.

Sin dai primi capitoli si respira aria di grande letteratura tra le sue strade. Ma in realtà la città non convince del tutto, come si evince già dal titolo.

"Parigi è un lungo tramonto" è una guida aggiornata per chi ha intenzione di partire e un fantastico psico-reportage per chi viaggerà con la fantasia.

Il libro offre molti spunti interessanti e per questo abbiamo voluto intervistare di nuovo l'autore, che ringraziamo per la simpatia e l'estrema disponibilità (leggi la prima intervista a Michele Monina).

Facciamo anche i complimenti all'editore Laurana, che ha dato vita a questo bel progetto.

Ciao Michele, siamo felici di incontrarti ancora. Siamo alla settima "puntata": Parigi è un lungo tramonto, dove parli dell'arte del vagabondare, del viaggiare perdendosi e ritrovandosi. A Parigi è nata la psicogeografia: è la città che l'ha ispirata?

Non saprei dire esattamente se è Parigi che ha ispirato la psicogeografia, mentre so per certo che è lì che è nata, negli anni Cinquanta. O meglio, è lì che è stata codificata, da Guy Debord e dai suoi compari dell'Internazionale Situazionista. Del resto, questo essi stessi ci hanno detto, la psicogeografia c'era già prima di loro, facendo chiari riferimenti a gente come Daniel De Foe o Walter Benjamin, quindi mi verrebbe da dire che Parigi era destinata a vedere nascere la psicogeografia, ma tanto quanto Londra o altre metropoli.

La collana "Europe" è dedicata alle città che rappresentano i tanti volti del nostro strano continente. In che senso Parigi è europea e in quale aspetto è francese?

Il fatto che Parigi sia in qualche modo uno dei cuori dell'Europa ce l'hanno dimostrato, negli ultimi anni, le risatine di Sarkozy e le tante ingerenze che il governo francese, al fianco di quello tedesco, hanno avuto nei confronti di tanti altri stati membri dell'Unione Europea. Detto questo, e volendo accantonare la polemica attuale, è certo che la storia ci ha indicato quanto la Francia, e la sua sola metropoli, Parigi, siano state centrali per la nascita della nostra comune cultura. Per quel che riguarda la francesità di Parigi, invece, credo che qui lo spirito nazionale sia elevato all'ennesima potenza. Se si può dire, per fare un esempio, che New York non è realmente americana, per il suo essere così eccentrica, sicuramente non si può traslare il discorso sulla capitale francese, così potentemente intrisa di spirito nazionale e nazionalista.

Per te questa città è un tramonto, forse perché ha in sé qualcosa che sta finendo. Ci colpisce l'aggettivo "lungo". Ma nella sera è insito qualche elemento che preannunci il mattino. Tu parli di fermenti che stanno smuovendo la Francia. Come sarà a tuo avviso la prossima alba?

Lo sapessi, probabilmente, mi dedicherei agli oroscopi per le riviste alla moda. Scherzi a parte, non so cosa ci prospetta il futuro, e cosa prospetti il futuro a Parigi, ma posso pensare che, di qualsiasi cosa si tratti, avrà nella metropoli francese uno dei suoi cuori pulsanti. La recente elezione di Hollande, benché tardiva, mi sembra la prova che il tramonto è in realtà già finito, e che Parigi sia in modalità aurora. Poi, è chiaro, la crisi è arrivata anche oltralpe e anche lì, ora, si parla quotidianamente di spread e default, ma non dimentichiamolo mai, le rivoluzioni sono quasi tutte partite da lì, i francesi non staranno certo ad aspettare la fine con le mani in mano.

Pensa a una immagine istantanea della città. Quale sarebbe la più emblematica se dovessi spedirci una vecchia cartolina?

Se non vogliamo qualcosa di turistico, e immagino che lo spirito della domanda non sia così canonico, vi manderei una bella foto di un auto in fiamme, direttamente dalle banlieu. È questa l'aurora di cui parlavo. La rivoluzione che stiamo tutti aspettando.

… e quale sarebbe il tuo messaggio per noi?

Messaggi, vivaddio, non ne ho. Mi limito a viaggiare e raccontare. Che già mi sembra molto. Non so se in effetti l'Europa esista davvero, e se in tutti i casi esisterà nel futuro prossimo, mi auguro solo che se si decide di andare avanti, il tutto diventi un po' meno teorico e un po' più reale, che si cominci a ragionare come un popolo.

Grazie e al prossimo viaggio!

Foto: Marika Piscitelli - All rights reserved

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