Un’intesa per tentare di rovesciare il governo di Khartoum, accusato di calpestare le libertà civili e di essere responsabile di conflitti armati e stragi in diverse regioni del Sudan è stata annunciata da un partito di opposizione e da un gruppo ribelle.
L’accordo impegna il Partito nazionale della Umma (Nup) dell’ex primo ministro Sadiq al Mahdi e i ribelli del Movimento popolare di liberazione del Sudan-Nord (Splm-N).
L’intesa è stata annunciata dopo l’arresto di al Mahdi e la ripresa di un’offensiva dell’esercito nel Sud Kordofan e nel Nilo Blu.
In queste due regioni meridionali al confine con il Sud Sudan bombardamenti aerei su postazioni ribelli ma anche su villaggi hanno causato morti, feriti e fughe precipitose.
Un forte richiamo c’è stato anche da parte degli USA nei confronti di Khartoum affinché rispetti i diritti umani, che in quel contesto pare siano decisamente un optional.
Ma al Bashir, su cui pende da tempo un mandato di cattura internazionale per crimini contro l’umanità, quasi certamente, come suo solito, farà orecchie da mercante.
Ci si augura solo che, dopo l’avvertimento degli Stati Uniti, la situazione nell’area non degeneri ulteriormente più di quanto non lo è.
Parliamo di vite umane allo sbaraglio e messe in serio pericolo per interessi, che andranno ad arricchire, come ben sappiamo, solo chi è già ricco.
Per tacere del fondamentalismo islamico, alimentato dal denaro sonante di alcuni Stati dei Paesi del Golfo, con cui Al Bashir intrattiene da tempo proficui rapporti.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)