Monsignor Negri impone a San Leo un bassorilievo di don Giussani “maestro di fede” e lo paragona a San Francesco!!!

Creato il 09 marzo 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

ma quanto sarà costata sta roba?

Vogliamo cliccare qui? Troverete vostro malgrado o belgrado un lieto articolo della rivista ciellina Tempi, la quale ci narra con zelo e solerzia come il nuovo vescovo di Ferrara non abbia perso tempo. Monsignor Luigi Negri, ciellino di ferro, assieme alla Fondazione Internazionale Giovanni Paolo II (quel papa eletto dopo la fine incredibile del grande Papa Albino Luciani, quello contestato dall’Osservatore Romano, incredibile a dirsi, quel cardinale di Venezia che non voleva saperne di massoni, di Marcinkus e altri mercanti nel tempio…) non si sa con quale spesa, tanto c’è di mezzo la solita Fondazione con le sue agevolazioni e poi siamo a due passi da San Marino, non nel senso del santo, ha imposto un bassorilievo enorme di don Giussani. Enorme: un metro di altezza per 80 cm di larghezza. Maestro di fede? Queste cose le saprà l’eventuale giudice onnisciente, quel che è certo è che don Gius fu noto promotore di ottime carriere politiche e di favolosi affari.

Non dimentichiamo i legami fra ciellini e Berlusconi sin dal 1975, quando l’assurdo cocoon muoveva i primi temibili passi nel settore delle radio e tv private.

Il bassorilievo posto ora ha un chiaro significato, alla vigilia del conclave: comunione e liberazione vuole il papa, vuole tenersi il potere conquistato, anche se sul metodo educativo di don Giussani i dubbi sono numerosi dai tempi di Paolo VI, che non era affatto convinto da sto prete.

Non si può non provare un senso di raccapriccio leggendo il paragone tra San Francesco e don Giussani (!!!!!?????!!!!!) che solo un ciellino come Negri poteva aver l’ardire di pronunciare: «Dedichiamo questo bassorilievo a don Giussani – sottolinea monsignor Negri – in coincidenza dell’ottavo centenario del primo passaggio di san Francesco in questi luoghi. Come San Francesco ha saputo richiamare i giovani del suo tempo alla fede e a scoprire in essa “perfetta letizia”, così don Giussani ha saputo evocare la fede a numerose generazioni di giovani, a partire dalla mia e poi molte altre a seguire. Don Giussani è stato generatore di un popolo, un educatore a tutto tondo capace di utilizzare circostanze privilegiate. Da lui è nata una storia umana che ha trovato in questi luoghi un suo ambito. Il bassorilievo è la testimonianza resa da un discepolo a questa genialità educativa, un tributo di grazia reso di fronte alla Chiesa ed alla società».


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