Di film strani ne ho visti tanti in vita mia, ma come questo credo di non averne visto mai. Il pacchetto che avvolge questa pellicola ha tutte le potenzialità per far pensare a una figata senza limiti: un torneo di wrestling fra mostri famosi del cinema e della letteratura. Dice: perché dovrebbe essere una figata? Perché il cinema di serie B e il cinema nerd queste cose le adorano, poco da fare. E così lo sconosciuto regista Jesse T. Cook una mattina si sveglia con in testa l’idea che può portarlo alla ribalta nel cinema, farlo diventare un’icona del cinema nerd e creare un cult senza tempo: prendi otto mostri conosciutissimi, un ring, due presentatori e crea una storia dove i mostri si affrontano all’ultimo sangue. Nella mente di Cook quest’idea è una figata senza tempo ed è vero, ma il passaggio dal cervello alla carta è solitamente la parte più tosta e questo film ne è la dimostrazione finale.
Inutile star a raccontare la trama del film, perché in realtà non c’è una storia sotto, sono solo otto mostri che si affrontano sul ring all’ultimo sangue, stop! L’idea tanto accarezzata si perde in nulla di fatto quando il regista si scorda di costruire una storia che faccia da filo conduttore al film. Una minima trama che riesca a rendere le cose più movimentata…e invece no, Cook presume che quando si ha un’idea così figa, la storia non conti poi molto…erroraccio!
Da parte mia mi sono approcciato a questo film come se fosse una cosa eccezionale, non vedevo l’ora di vederlo. Alla realtà dei fatti, però, la delusione è tanta. Si inizia con discorsi senza senso e infiniti fra i due conduttori del torneo, che spiegano le dinamiche degli incontri e presentano di passaggio i mostri che parteciperanno. Visto che la gente poteva chiedersi “ma che cazzo di senso ha tutto questo?”, Cook ci mette in mezzo un’intervista all’ideatore del torneo (che per essere figa poteva essere lo stesso Cook, invece no) che spiega che ha sempre amato i film horror e il wrestling, quindi ha creato questo torneo…seems legit.