28 dicembre 2012 Lascia un commento
Invasione aliena a quanto sembra e questa volta si tratta di curiosi poliponi tentacolati che hanno preso possesso della parte di Messico che confina gli USA e gia’ si avventurano sul territorio statunitense non lasciando altro da fare che difendersi con l’esercito e costruire alte mura di cinta.
La figlia di un ricco magnate dell’editoria e’ rimasta intrappolata dalla parte dei bestioni alieni e un fotografo del giornale che si trova da quelle parti, viene ingaggiato per riportarla a casa sana e salva.
Inizia cosi’ per i due un viaggio tra una popolazione rassegnata ed in fondo abituata a quanto sta accadendo e la realta’ di un mondo pericoloso e pieno di minacce, alcune note, altre ancora tutte da scoprire.
Opera prima di Gareth Edwards, uomo dal passato negli effetti speciali, che mi suggerisce soltanto aggettivi come "incompleto", "imperfetto", "incoerente", non ha praticamente nulla che non si possa contestare perche’ un po’ tutto e’ sbagliato.
Ufficialmente la scusa si chiama carenza di soldi e per una produzione praticamente improvvisata e realizzata molto al di fuori dei canoni classici americani, ci potrebbe anche stare.
Un decennio dopo l’inizio del nuovo millennio, l’alieno coi tentacoli che gorgheggia come un Godzilla qualunque, ha rotto le scatole e ci si aspetterebbe qualcosa di piu’, non fosse che forse il nostro regista aveva sul pc il solito calamaro modificato all’occorrenza e non ha trovato niente di meglio da proporre.
Soprassediamo sugli infiniti particolari che non hanno senso, sulla geografia stravolta e in generale su una sceneggiatura inventata li’ per li’ che non si ricorda certo per la sua precisione.
La sola cosa positiva e’ quest’aria da mockumentary su un mondo che sta cambiando in una battaglia probabilmente gia’ perduta e sul fatto che in fondo, con la giusta quantita’ di tempo, ci si possa abituare davvero a tutto.
Per il resto e’ una regia senza infamia e senza lode, una da seconda chance, quindi vedremo.
La figlia di un ricco magnate dell’editoria e’ rimasta intrappolata dalla parte dei bestioni alieni e un fotografo del giornale che si trova da quelle parti, viene ingaggiato per riportarla a casa sana e salva.
Inizia cosi’ per i due un viaggio tra una popolazione rassegnata ed in fondo abituata a quanto sta accadendo e la realta’ di un mondo pericoloso e pieno di minacce, alcune note, altre ancora tutte da scoprire.
Opera prima di Gareth Edwards, uomo dal passato negli effetti speciali, che mi suggerisce soltanto aggettivi come "incompleto", "imperfetto", "incoerente", non ha praticamente nulla che non si possa contestare perche’ un po’ tutto e’ sbagliato.
Ufficialmente la scusa si chiama carenza di soldi e per una produzione praticamente improvvisata e realizzata molto al di fuori dei canoni classici americani, ci potrebbe anche stare.
Un decennio dopo l’inizio del nuovo millennio, l’alieno coi tentacoli che gorgheggia come un Godzilla qualunque, ha rotto le scatole e ci si aspetterebbe qualcosa di piu’, non fosse che forse il nostro regista aveva sul pc il solito calamaro modificato all’occorrenza e non ha trovato niente di meglio da proporre.
Soprassediamo sugli infiniti particolari che non hanno senso, sulla geografia stravolta e in generale su una sceneggiatura inventata li’ per li’ che non si ricorda certo per la sua precisione.
La sola cosa positiva e’ quest’aria da mockumentary su un mondo che sta cambiando in una battaglia probabilmente gia’ perduta e sul fatto che in fondo, con la giusta quantita’ di tempo, ci si possa abituare davvero a tutto.
Per il resto e’ una regia senza infamia e senza lode, una da seconda chance, quindi vedremo.