Se si incendia un rudere di mattoni ripieno di immondizia in pieno centro storico non è una fatalità. E' un segnale. Certo, non possiamo pensare all'autocombustione o ad un cortocircuito. Qualcuno deve avergli dato fuoco, per errore e per premeditazione, per gioco o per provocazione. Fatto sta che il segnale è netto e preciso e indica che è davvero ora di pensare ad una soluzione per i problemi del centro storico.
Questo capita l'indomani dell'approvazione di un bilancio di previsione che non stanzia un centesimo per il recupero strutturale e abitativo del vecchio borgo. Forse vuol dire che non c'è più speranza. Forse qualcuno esasperato emula i roghi napoletani. Forse è soltanto il solito teppistello che ancora gira da sabato scorso. O forse vuol soltanto dire che la denuncia continua dei tanti problemi del quartiere antico non deve cessare. Forse vuol dire che anche noi di Città Vecchia non abbiamo ancora fatto abbastanza. Forse vuole dire che chi ci amministra, maggioranza e opposizione, deve prendere maggiore coscienza del problema e smetterla di limitarsi a cavalcare la tigre.
E' senz'altro un episodio, che tutto sommato si è risolto facilmente. Ma pensate se fosse accaduto, per esempio, in un altro rudere più difficile da raggiungere, tipo in vicolo Del Pozzo. Che si sarebbe fatto? Chi si sarebbe preso la responsabilità? Parlo di quella politica, naturalmente. Per quella civile ci sono solo fantasmi a pagare eventuali danni.
E' ora di svegliarsi. Città Vecchia sta facendo del suo meglio ma non basta. Dobbiamo insistere e fare più pressione. O tra poco ci ritroveremo davvero con un gran buco al centro della città, fumante o no.
Luca Craia
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