Finale-Gara5- Acea Roma – Montepaschi Siena 63-79
Montepaschi Siena vince la serie per 4-1, ottavo scudetto per i toscani, il settimo consecutivo.
Finisce come tutti pensavano dopo Gara4, ma finisce anche come tutti non pensavano dopo la regular season.
E si, perché dopo sei anni di dominio assoluto Siena era tornata “terrestre”, anzi addirittura era quotata intorno alla quarta/quinta forza del campionato e prima Milano e poi Varese in questi playoff avevano dimostrato che si poteva battere e forse proprio le occasioni perse dalle due lombarde consumavano le uniche possibilità di vedere lo scudetto 2012/2013 lontano da Siena, da quella città che dopo un solo successo in molti anni di storia, aveva incanalato sei titoli di fila !
La Virtus che tornava in finale dopo una lunghissima attesa, il Palatiziano che “esplodeva” di pubblico, quasi se per una volta nella capitale l’attenzione non fosse solo per Totti e Klose, la Montepaschi che ha rifondato, la crisi economica del proprio sponsor, insomma le premesse c’erano tutte.
Tutto vano, tutto rimandato, paradossalmente la situazione creata ha favorito psicologicamente Siena che sembra aver giocato questa serie finale libera dall’ossessione di vincere, tutti la davano perdente a inizio playoff, dopo sei titoli consecutivi in effetti il ciclo doveva finire, come l’Inter del post-Mourinho, il Barcellona del post-Guardiola, insomma come dopo tutti i grandi cicli, qualcosa doveva cambiare, e la pressione è passata tutta sulla Virtus, il suo pubblico è stato stupendo ma la tensione è aumentata minuto dopo minuto e dall’impresa si è passati alla delusione.
Da lodare comunque tutto il pubblico romano che ha concesso l’ovazione ai propri campioni, che hanno comunque fatto una grande impresa riportando Roma in finale. Per la Montepaschi è il titolo più sofferto, ma non per questo meno meritato.
L’Italia del Basket esce vincitrice non solo per il grande riscontro di pubblico nei palazzetti e davanti alla TV per questi playoff (merito anche del ritorno in sella del sapiente Petrucci), ma anche per un Hackett premiato come miglior giocatore e proprio per il bel duello fra Hackett e Datome che fin dal settore giovanile si sono scontrati su campi magari meno conosciuti, e ora sono arrivati a portare il nostro basket nella finalissima, loro così diversi nel fisico, nel modo di giocare, ma entrambi idoli del loro pubblico e sana espressione di un basket italiano che sembra aver ritrovato la verve di tempi passati.