Alimenta un senso di sconforto e di pena profondo dover constatare come persino in seno alle più prestigiose e gloriose testate alligni poi una moda sempre più imperante, nei media nostrani. Che è quella del propinare notizie in modo semplicistico e superficiale, adatte a fare titoli di richiamo (o anche solo compiacenti) per un pubblico sempre più incline alla vulgata del fanno tutti egualmente schifo, piuttosto che fornire a quel pubblico strumenti di analisi e riflessione che ne favoriscano comprensione e discernimento.
Tanto oramai si sa che in questo paese in declino la questione dominante è quella di dotarsi di un bell’alibi a copertura delle responsabilità individuali proprie di chi ha, sia pure nel suo piccolo, consentito – quando non favorito – il degrado del personale politico e della classe dirigente. Sempre meglio che doversi faticosamente impegnare – sempre nel proprio piccolo – alla ricerca di cambiamenti di atteggiamento e comportamento con i quali, tutti insieme, forse si potrebbero cominciare a raddrizzare le cose.
Quando la colpa è sempre, solo e tutta degli altri, cosa mai potrebbe pretendersi da noi?
Questi i pensieri suscitati da un blogger di Repubblica, Concetto Vecchio – ahi, l’ineluttabilità del nomen omen – che, nel suo post Vengo o non vengo, se la prende con il presunto “tira e molla” di Mario Monti, paragonandolo spiritosamente a una storica battuta di Nanni Moretti in Ecce Bombo (“mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo affatto?”).
A chiunque si dia la pena di andare ad esaminare nel dettaglio le dichiarazioni di Mario Monti – magari ricorrendo anche a qualche fonte di informazione straniera, più oggettiva ed analitica – non può sfuggire che non vi è alcuna contraddizione tra le posizioni da lui espresse. Dire che si è disponibili, qualora vi si fosse chiamati, a recare il proprio contributo alle necessità del paese, assumendo ruoli ed incarichi che possano essergli proposti, non è affatto la stessa cosa che prevedere o proporre che al governo dei tecnici attualmente presieduto da Monti debba far seguito un nuovo governo dei tecnici presieduto dallo stesso Monti.
Ma chi se ne importa? In situazioni come quella italiana – che oggi è grave, ma anche seria, a differenza di quella cui faceva riferimento Flaiano – oramai l’unica cosa che importi, nei commenti giornalistici, è l’essere spiritosi e far battute.
Gente allegra il ciel l’aiuta: questa appare, oramai, l’ultima sponda.