Alle 21.44 Berlusconi ha lasciato il Quirinale dopo aver rassegnato le dimissioni da Presidente del Consiglio. Domani il Capo dello Stato avvierà le consultazioni che si concluderanno intorno alle 18. In serata o più probabilmente lunedì sarà nominato Mario Monti. Il Presidente della Bocconi presiederà il primo governo tecnico del Terzo Millennio.
Causa veti incrociati, l’ipotesi più plausibile è che il nuovo esecutivo sia formato esclusivamente da personaggi fuori dal mondo politico. Un elemento sicuramente da accogliere con favore, visto che in questo modo è garantita l’impossibilità di un inciucio trasversale. Il mio auspicio è che si tratti di un governo dei migliori, non dei meno peggio.
Il Governo Monti parte con un programma già redatto nella famosa letta alla BCE. Ma se si limitasse a quei provvedimenti sarebbe un’esperienza fallimentare. Molti vedono nella nuova fase una sconfitta nella politica, io credo che potrebbe garantire una rinascita se si seguono delle tappe che non sono né di destra né di sinistra, ma di buon senso.
Nella Prima Repubblica governo tecnico voleva dire sacrifici. E anche in questo caso i provvedimenti lacrime e sangue sono dietro l’angolo: bisogna rassicurare i mercati, la BCE, il FMI e l’UE. C’è da riportare sulla retta via un paese che rischia un avvitamento economico che a lungo termine lo porterebbe alla bancarotta. Questi sono sacrifici che si devono fare per riconsegnare alla futura scena politica una nazione in ordine.
Ma gli sforzi dei cittadini devono essere ricompensati. Dopo 17 anni di berlusconismo, con la complicità di una sinistra ridicola, c’è la possibilità di riportare l’Italia alla normalità, di abolire quelle consuetudini a cui ci eravamo assuefatti, seppur disgustose. Se e solo se il Governo Monti riuscirà in questa impresa, e ce la può fare visto che si avvia ad avere una maggioranza oltre 500, si potrà considerare un esperimento riuscito. Altrimenti sarà solo un governicchio vampiro ad uso e consumo dei partiti e dei loro leader che non volevano mettere la faccia sui provvedimenti più impopolari.
Ecco cosa si dovrebbe fare:
- legge sul conflitto di interessi;
- nuova legge elettorale che permetta ai cittadini di scegliere l’eletto (il modello che preferisco è il doppio turno alla francese);
- riduzione del numero dei parlamentari (almeno dimezzati) e fine del bipolarismo perfetto;
- abolizione dei vitalizi o quantomeno adeguamento: i parlamentari devono una pensione adeguata ai contributi versati, non incredibilmente superiore;
- abolizione delle province;
- abolizione del finanziamento pubblico ai partiti mascherato da rimborso elettorale;
- tetto massimo di due legislature in Parlamento;
- ratifica dei trattati internazionali sulla corruzione e introduzione del reato di traffico di interessi;
- dimissioni obbligatorie per i politici quantomeno condannati in primo grado e incandidadibilità per i pregiudicati;
- razionalizzazione della Rai e liberalizzazione delle tv private (massimo due reti per soggetto);
- ritiro dei soldati in giro per il mondo (soprattutto in Afghanistan e Iraq) e riforma dell’apparato militare;
- riordino del mercato del lavoro privilegiando la stabilità e non la flessibilità, agevolazioni per le assunzioni di giovani;
- riforma in senso efficentista della giustizia: via un grado di giudizio, cauzione per l’appello, prescrizione stoppata al momento del rinvio a giudizio;
- federalismo efficace e revisione dell’attuale sistema basato sui costi standard;
- caccia alle streghe sull’evasione e sull’elusione fiscale e stop alle transazioni con il fisco;
- riforma più logica della scuola e dell’università;
- messa in sicurezza dei territori esposti al dissesto idrogeologico;
- avvio di grandi opere strategiche e soprattutto manutenzione delle infrastrutture esistenti;
- riforma della sanità pubblica e lotta allo spreco;
- riforma fiscale;
- stop dei finanziamenti ai giornali;
- formulazione di un piano energetico nazionale orientato alle rinnovabili;
- riforma del sistema bancario con netta divisione tra banche commerciali e banche d’affari;
Sentitevi liberi di suggerire nei commenti.