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Montmartre, la vie en rose, bleu, rouge! opera d’arte a cielo aperto

Da Thewomoms2013

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Prendete una giornata grigia, che ogni tanto offre scorci di cielo blu inaspettati, una famiglia  entusiasta alla scoperta della nuova città in cui vive, metteteci un panorama mozzafiato, buon cibo, arte ed anche la una breve spolverata di neve, con fiocchi grandi come margherite che cadevano sulle tele dipinte esposte nella piazza degli artisti, ed avrete trovato l’essenza di Montmartre. Non c’è posto a Parigi che abbia su di me lo stesso effetto di questo piccolo paradiso che svetta sul diciottesimo arrondisment. Arriviamo in metropolitana dopo tre cambi ed un viaggio che dura circa 40 minuti. Ogni cambio vediamo aumentare la gente che sale sulla metro fino a restare pigiati come sardine nell’ultimo tratto prima di scendere. Scendiamo ad Anvers, subito dopo Pigalle e ci ritroviamo proprio di fronte alla salita, affollata di turisti e piena di negozietti di souvenirs, che ci porta ai piedi della scalinata che conduce alla basilica del Sacré-Coeur. Montmartre è la collina naturale più alta di Parigi con circa 131 metri d’altitudine (molto meno comunque della Tour Eiffel.

Se non siete stanchi potete salire lungo la scalinata che porta sul piazzale davanti alla basilica, punto panoramico meraviglioso sui tetti della città che da qui sembra immensa, oppure, come abbiamo fatto noi perché il nostro bimbo non ne voleva sapere di salire i 222 gradini che portano alla vetta, potete prendere la Funicolaire che si trova sulla vostra sinistra guardando la basilica. Per farlo vi servirà un altro biglietto della metropolitana. Se viaggiate insieme ai vostri piccoli sarà però difficile staccarli dalla giostra ai piedi della scalinata, non sarà facile neanche per voi resistere alla tentazione di fare un giro (al costo di 2 euro e 50 per ogni corsa). Una volta in cima godetevi il panorama, se la giornata lo consente scattate tante tantissime foto (io non l’ho fatto perché quando siamo arrivati sul piazzale c’era un po’ di foschia) e poi lasciatevi la basilica sulla sinistra ed addentratevi nelle stradine pittoresche di questo quartiere. In un batter d’occhio sarete in place du Tertre, meglio conosciuta come piazza degli artisti.

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Qui potrete ammirare pittori e caricaturisti al lavoro. Molti di loro non amano esser fotografati, io qualche scatto l’ho rubato lo stesso, anche se, il mio preferito non voleva che le sue opere venissero immortalate. Dipingeva con vigorose pennellate di nero la Tour Eiffel, ritratta insieme ai ponti che scavalcano la Senna, su tenui sfondi color pastello. Una meraviglia. Peccato che i costi siano alti. Per un quadretto di dimensioni piccolissime si parte dai 100 euro circa, per essere ottimisti. I ritratti invece, pur meravigliosi, non sono nelle mie corde e non ho neppure chiesto quanto costassero. Appena arrivati  Dario ha iniziato a fare i capricci perché aveva fame quindi, a malincuore perché amiamo provare la cucina di posti meno turistici, ci siamo infilati in uno dei caratteristici ristoranti che circondano la piazza.

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Da “Au Clarion de Chasseurs” troverete piatti tipici, come la zuppa di cipolle ed altri più adatti ai vostri piccoli come una steak-haché (la svizzera) con patatine e salsine varie.

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Per dolce una bella crepe, anche se la scelta è vasta. Devo dire che non abbiamo mangiato male e poi, cosa da non sottovalutare, abbiamo trovato camerieri gentilissimi, sia con noi sia con Dario. Il conto è stato un po’ salato, ma in linea con i prezzi degli altri ristoranti sulla piazza che, ripeto, è davvero suggestiva. Mentre mangiavamo la mia attenzione è stata catturata da su un personaggio davvero caratteristico (mi ricordava il pittore del mio adorato romanzo “La figlia di Mistral”) . Restando in strada, al di là del vetro ritraeva, con schizzi rapidi e precisi, le persone intente a pranzare quando queste erano distratte e non si accorgevano della sua presenza e poi si allontanava di soppiatto. Vi allego la foto del simpatico pittore immortalato di spalle mentre intratteneva una giovane turista!

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Appena usciti dal locale siamo stati piacevolmente sorpresi da una veloce nevicata con fiocchi giganteschi che si posavano leggeri sui quadri come farfalle sui fiori. E’ stato davvero uno spettacolo suggestivo. Terminata la nevicata lampo ci siamo addentrati nei vicoli che costeggiano la piazza e ci siamo ritrovati in un caledoscopio di profumi, musica e colori. Boulangerie, Bistrot, Creperie e Café accompagnati da negozi di souvenirs ed in sottofondo vecchie canzoni francesi intonate da un fisarmonicista di strada davvero bravissimo.

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Ci incamminiamo con il naso perennemente all’insù finché non arriviamo nella meravigliosa Rue Lepic che scende verso Pigalle. E’ una via pittoresca con palazzine meravliose costeggiata da ristoranti, café e piccole gallerie d’arte. Noi siamo arrivati fino all’angolo con Rue Girardon dove si trovano gli ultimi due mulini di Montmartre, il Blute-Fin del 1795 ed il Radet del 1834 riuniti poi nel Moulin de la Gallette, ex centro divertimenti come testimonia un quadro di Renoir ed oggi ristorante in fase di restauro.

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Salendo lungo Rue Girardon ci siamo trovati inaspettatamente davanti al busto di Dalida cantante franco-italiana morta suicida nella sua casa qui a Montmartre nel 1987 ad un mese dalla morte del cantautore genovese Luigi Tenco con cui si dice vivesse una storia d’amore tormentata, cosa mai realmente confermata. All’artista è stata dedicata una piccola e suggestiva piazzetta a qualche passo da rue dell’Orchampt dove la cantante abitava.

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Partendo da place Dalida prendiamo la salita, costeggiata da bellissime palazzine colorate, che riporta verso il Sacré-Coeur. Qui sembra davvero di essere in un altro mondo, in un romanzo di altri tempi, in una favola.

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Quando incrociamo Rue St Vincent, suggestiva perché custode, ancora oggi, di una parte dell’antico vigneto, oggi incastrato tra i piccoli palazzi di questo quartiere suggestivo. In fondo alla strada, uno dei più antichi cabaret di Parigi, il “Lapin Agile” aperto dal 1860.

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Sazi di osservare tutte queste meraviglie decidiamo di premiarci con una bella crepe. Ci fermiamo al Café “Au Consolat” io prendo una crepe alla nutella e Dario una alla marmellata di fragole e ci godiamo una dolce pausa meritatissima. Anche qui ragazzi gentilissimi (e cosa importantissima per chi viaggia con i bimbi toilette pulita)!

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Sulla strada del ritorno eravamo stanchi, ma felici con i meravigliosi colori di Montartre, opera d’arte a cielo aperto, ancora negli occhi, le melodie francesi nelle orecchie e la magia di questo angolo di Paradiso per sempre nel cuore.

À bientôt, alla prossima avventura. Dove vi piacerebbe andare? Che parte di Parigi vorreste scoprire? Nel frattempo vado in avanscoperta con il mio piccolo viaggiatore perché ancora non abbiamo trovato le nostre crepes perfette!

Au revoir mes amies! Bisous!

Micaela

www.impastastorie.com


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