Montorso Vicentino, piccolo comune al centro della Valle del Chiampo, raccolto tra le colline Fratta e Grime è al centro di un mistero. Da qualche tempo sembra che a Villa Da Porto ci sia qualche presenza particolare.
Un antico maniero dove abitava la famiglia da Porto, stabilita a Vicenza fin dal secolo XI, proveniente, secondo le ipotesi piu’ accreditate, da Portogruaro, al tempo in cui Ulderico, Patriarca di Aquileia, accusato di eresia, fu cacciato dalla laguna, ed a seguito della sua fuga numerose famiglie nobili furono costrette a spostarsi in terraferma.
Nella villa antica di Montorso pare si aggiri il fantasma di Luigi Luigi Da Porto? O si avvertono energie risalenti ad epoche precedenti? Che ci si creda o no, un’equipe di esperti ha preso la faccenda molto sul serio, compiendo sofisticate analisi all’interno dello storico edificio. Si tratta dei membri dell’Associazione Orizzonti Paranormali di Monticello Conte Otto che, dopo aver visto pubblicate sulla stampa locale le foto della fotografa di Montorso Mirella Pieropan in cui erano rimaste impresse alcune strane formazioni nebulose, hanno chiesto e ottenuto dal sindaco di Montorso Vicentino Diego Zaffari di svolgere alcune accurate ricerche.
La villa tra il verde dei boschi, si apprende è veramente magnifica infatti si legge nel sito a lei dedicato si compone di un settore centrale, aperto in tre intercolumni tra due pareti chiuse; quattro fusti ionici di modulo gigante reggono il frontone triangolare.
La lunga ala a destra – cui nel progetto doveva corrispondere una di pari sviluppo e di pari forma a sinistra – è arretrata così da rendere più sensibile l’aggetto centrale.
All’altissima loggia imprime ulteriore slancio l’ampia scalea tra larghi poggi, adorni da due mirabili gruppi scultorei.
Un cornicione dentato a robuste mensole conclude le pareti del cor o mediano, ma non prosegue nell’ala rimasta evidentemente incompiuta. Due sole finestre nelle pareti adiacenti alla loggia sono destinate ad illuminare le due larghe scale a chiocciola che dall’una e dall’altra parte della loggia portavano ai piani superiori (Sul cielo della scala a chiocciola, che ora sopravvive, c’è un affresco nei modi di L. Dorigny): e la loro luce si univa a quella delle finestrelle nel breve voltatesta, ad angoli convessi.
Un ballatoio a livello del piano nobile correva lungo la loggia a collegare le due parti della villa separate dall’immenso salone centrale .
Le pareti chiuse dell’avancorpo centrale, come dell’ala, corrono lisce neppur solcate dalle cornici che di solito legano orizzontalmente davanzali delle finestre o segnano il passaggio dall’uno all’altro piano.
Troppo ampio è l’intervallo che separa le aperture del piano rialzato da quelle del piano superiore, mentre queste sono troppo a ridosso del cornicione terminale.
Legata per la continuità delle pareti e coerente per andamento compositivo è la facciata posteriore, nella quale introducono varietà di movenza le tre aperture centinate del salone: facciata mirabilmente condotta dalla mano maestra dell’architetto.
Che ebbe come collaboratori abili lapicidi, responsabili delle teste, dal vivido e fresco modellato, poste a chiave delle aperture centinate, sia dei gruppi scultorei sui pilastri all’inizio della scalea, sia delle statue ai vertici del frontone.
Si dice che numerosissime fossero le statue nel giardino anteriore e posteriore della villa e che altre ancora adornassero il muretto di recinzione della proprietà lungo la strada che sale alla chiesa. Tutte furono distrutte o alienate.
Intanto i rumori e gli spettri nella villa da diceria sono diventati oggetto di ricerca e così qualche giorno fa nella villa si è recato un apposito team di ghostbuster che, si apprende, ha eseguito numerosi rilievi ambientali: in particolare sono state monitorate le frequenze si spettro nel campo visibile e non ed è stato monitorato l’ambiente nei campi acustico, elettromagnetico, termico e ionizzante per escludere eventuali agenti e fattori inquinanti artificiali del tutto spiegabili, che avrebbero dunque potuto compromettere i risultati finali della ricerca. Gli esperti hanno raccolto numerosi fotogrammi utilizzando ed accostando anche un’apparecchiatura sperimentale denominata “Over Line”, in grado di evidenziare eventuali anomalie ottiche tangibili nell’ambiente, hanno utilizzato particolari microfoni per tentare di carpire eventuali anomalie acustiche non udibili dall’orecchio umano e hanno eseguito rilievi termici e ottici in frequenze infrarosse vicine e lontane.
Se ci fossero fantasmi o presente misteriose questo sarebbe un valore aggiunto della già bella villa