Magazine Cinema
(The Monuments Men)
di George Clooney (Usa, 2013)
con George Clooney, Matt Damon, Cate Blanchett, Bill Murray, Jean Dujardin, John Goodman, Bob Balaban, Hugh Bonneville
durata: 118 min.
★★☆☆☆
Diciamolo subito: non tutte le ciambelle riescono col buco, e in ogni caso non sarà un film deludente e irrisolto come questo Monuments Men a far venir meno la nostra stima nei confronti di George Clooney. Càpita anche ai più bravi infatti di sbagliare un film, ma questo non ci fa cambiare opinione sul personaggio: che, per noi, lontano dagli spot pubblicitari e dai gigioneggiamenti interpretativi cui è (spesso) costretto per portare a casa la pagnotta, rimane uno dei cineasti più intelligenti, impegnati e fieramente 'democratici' della nuova Hollywood, sempre coerente con le sue idee e il suo sguardo sul mondo.
E anche Monuments Men, pur nella sua incompiutezza, si dimostra senza ombra di dubbio 'un film di George Clooney': anche qui ritroviamo i valori fondanti del suo cinema, ovvero il forte impegno politico e la profonda umanità di un regista sempre attento ai suoi princìpi morali ed etici. Monuments Men infatti è un film che parla proprio di etica, e prende spunto da fatti realmente accaduti: nel 1943 un manipolo di studiosi e esperti d'arte decise di arruolarsi volontariamente nell'esercito americano allo scopo di salvare e riconsegnare ai legittimi proprietari importanti opere d'arte trafugate dai nazisti durante l'occupazione europea. Non era un mistero infatti che Hitler progettasse di realizzare un Museo del Nazismo in cui avrebbero fatto bella mostra tutti i capolavori sottratti alle gallerie d'arte di mezzo mondo. E, particolare non irrilevante, era implicito che se le cose si fossero messe male per il Reich (come poi avvenne) ognuno di quei cimeli avrebbe dovuto essere distrutto insieme alle macerie dell'impero.
La questione etica è ovvia: vale la pena rischiare vite umane per salvare delle opere d'arte?
Salvate il soldato Clooney, insomma, con tutti gli stereotipi del caso: Monuments Men è un film che non funziona proprio perchè eccessivamente retorico e compiaciuto, tipicamente americano (e gli americani, si sa, quando si mettono in testa di girare film storici raramente fanno capolavori. Nemmeno Clooney è sfuggito alla regola...) Stilisticamente infatti non c'è traccia del regista rigoroso e profondamente politico di Good night and good luck e Le Idi di Marzo, che qui lascia il posto ad una melassa stereotipata e manichea, che enfatizza a dismisura le 'gesta eroiche' del plotone di letterati contrapponendolo alla crudeltà mefistofelica delle milizie teutoniche. Oltretutto il regista (che, impressione nostra, qui appare decisamente a disagio col cast stellare di cui dispone) non riesce a dare alla pellicola un ritmo fluido: malgrado le molte scene madri, infatti, il film non appassiona mai e resta perennemente in bilico tra l'avventuroso e il dramma, limitandosi a trattare ogni argomento in maniera superficiale e patinata (evidentemente per non precludersi il famigerato pubblico-medio, eterna spada di damocle delle produzioni mainstream).
Tuttavia, ci pare giusto rimarcare in ogni caso la buona fede di George Clooney: il fatto di aver diretto il suo film più commerciale e meno riuscito non scalfisce la sua onestà morale. Monuments Men è una pellicola sincera e dal respiro classico, che ha almeno il merito di riportare alla luce una vicenda fino a oggi semisconosciuta e dimenticata, che prova a far riflettere sull'importanza della cultura come antidoto contro la barbarie e l'ignoranza. Poi, certo, il risultato è ben diverso dalle intenzioni, ma un film del genere era comunque giusto farlo. A prescindere.
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