Monuments Men
Titolo: Monuments Men
Regia: George Clooney
Sceneggiatura: George Clooney, Grant Heslov
Genere: Biografico, Guerra, Azione, Drammatico
Durata: 110 minuti
Interpreti: Matt Damon; James Granger; George Clooney; Frank Stokes; Cate Blanchett; Clair Simòne; Bill Murray; Rich Campbell
Nelle sale italiane dal: 13 febbraio 2014
Trama: La Seconda Guerra Mondiale volge ormai al termine, ma la fine di Hitler non porta via con sé tutti i problemi. Il Führer ha ordinato che, alla sua fine, corrisponderà la medesima sorte per tutte le opere d’arte confiscate nei paesi occupati dai nazisti. Così, un gruppo di uomini soprannominati Monuments men si mette in moto, con l’obiettivo di recuperare quei capolavori dal valore inestimabile…
di Mirko De Gasperis
A distanza di tre anni da Le idi di marzo, George Clooney torna dietro la macchina da presa, dirigendo se stesso e un pugno di stelle internazionali. Lo fa prendendo il soggetto da un romanzo che racconta una storia che sarebbe troppo assurda, se non fosse realmente accaduta. Seconda Guerra Mondiale, opere d’arte, storia bizzarra. Gli ingredienti per una storia col botto c’erano tutti, ma a conti fatti il film non riesce ad essere così convincente come ci si sarebbe potuto aspettare.
Forse tratto in inganno dal materiale di partenza, Clooney, qui anche co-sceneggiatore e co-produtore, non si preoccupa più di tanto né di presentare a dovere la vicenda, né tantomeno i personaggi, che di lì a poco occuperanno la scena. I primi minuti passano via e tutto quello che ci resta per distinguere i personaggi, elencati sullo schermo, sono le facce degli attori che li interpretano. E, nonostante la loro bravura e il loro carisma (su tutti un Bill Murray sempre straordinario), non ci basta per affezionarci e seguire con il giusto pathos le vicende di questi uomini, che straordinari lo sono stati davvero nella realtà. Anche l’intera vicenda ci viene proposta in maniera didascalica, nel loro procedere, come se fosse facile dividersi per l’Europa, passare da Bruges a Parigi, a Milano fino in Germania, e recuperare via via le diverse opere. È vero, l’evento da cui è tratto il film ha dell’incredibile, ma tutto ciò che ci rimane per giustificare ciò che vediamo è proprio questo: dobbiamo aggrapparci al fatto che sia successo davvero, per non restare increduli. E questo non è mai un buon segno per una pellicola.
Il tono complessivo del film, per fortuna, non riesce a rovinare la potenza di alcune scene, come quella nella chiesa di Bruges, durante il tentativo di recupero della Madonna con bambino di Michelangelo; oppure quella che vede la cattura del nazista Viktor Stahl. E non basta la riuscita della scena della mina, in un divertente mix di comicità e tensione, a risollevare il clima generale del film.
Anche scorrendo le varie interviste, è facile capire come Clooney tenesse particolarmente a questa storia, quindi è un peccato che quello che doveva essere un racconto emozionante si riduca ad un freddo e incolore susseguirsi di scene impalpabili. E anche il tema pregnante, ossia se l’eternità dell’arte valga o meno il sacrificio di una vita umana, viene offuscato da una messa in scena sbrigativa, fredda, accurata soltanto nelle location e nelle scenografie, quelle sì, straordinarie. Ma non basta l’arte da sola a fare di un film… un’opera d’arte!
Curiosità:Per interpretare Frank Stokes da anziano è stato scelto Nick Clooney, il vero padre di George Clooney, che nel film interpreta Stokes ai tempi della guerra.
- Mirko De Gasperis