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Mood Indigo – La schiuma dei giorni – Michel Gondry

Creato il 03 aprile 2014 da Maxscorda @MaxScorda

3 aprile 2014 Lascia un commento

Mood Indigo
Colin e’ un gaudente e simpatico ricco nullafacente, amico di un collezionista di cultura, di topolini, camerieri e tanto desideroso di innamorarsi. L’incontro con Chloe sara’ fatale e felice ma anche drammatico quando una ninfea entrera’ nel corpo di lei minacciando seriamente la sua salute.
Patafisici e surreali, libro e film si congiungono perfettamente nello stile di Gondry, similitudini che si moltiplicano esponenzialmente grazie alla scelta di limitare al massimo la computer grafica e privilegiare anzi imporre, effetti artigianali che i fan del nostro riconosceranno dopo pochi secondi e non e’ un modo di dire. Si potrebbe pensare senza alcuna indecisione, che appartenga in tutto e per tutto al regista francese, il quale non a caso ha dichiarato di essere stato ispirato in creativita’ e stile proprio dall’opera di Vian e che anzi, fu proprio questo film il primo che giro’ nella sua testa di adolescente. 
Rifacendomi ai videoclip che ricordo, considero l’espressione migliore dell’arte di Gondry e ancor piu’ ricordando il documentario "The Work Of Director of MG" e gli immancabili clip da Bjork a Beck, si capisce che egli non mente quando racconta come il romanzo l’abbia ispirato e trasformato nel profondo il suo modo d’intendere il cinema. Stando inoltre a quanto racconta, drammatiche vicende personali lo avvicinano ancora di piu’ al protagonista ed e’ una tragedia vibrante che egli sente e trasmette. C’e’ una oscurita’ desolante e spaventosa che arriva sino in fondo, dramma che atterrisce e colpisce fisicamente, nel colore sempre piu’ desaturatuto e negli ambienti sempre piu’ piccoli e malsani, estensione ancora una volta di quanto gia’ visto in passato, ad esempio "Bachelorette" di Bjork suo autentico capolavoro dove presente, passato, claustrofobia e sconfitta si saldano in un unico terribile nucleo.
Il film colpisce in un senso e nell’altro. Da un lato come spesso ripeto, Gondry ha troppa arte, troppa creativita’ e come una pasta troppo glassata e ripiena, si arriva presto ad una sazieta’ mentale stancante che solo la svolta finale sa distogliere e non dico alleggerire ma la fa dimenticare. A cio’ aggiungo ma e’ un  problema mio lo riconosco, mal sopporto Francia, francesi e francesismi e il film ne e’ pregno dall’inizio alla fine e non aiuta, non aiuta affatto. Bravi i due interpreti principali dei quali conoscevo soltanto la Tautou, sempre dolce e bella malgrado gli anni passino anche per lei e devo dire sono rimasto colpito da Gondry che nella parte del dottore mostra doti attoriali non trascurabili.
A questo punto non so che dire. Film strabordante e straziante, tronfio e delicato, pesante eppure soave, divergenze che non so risolvere. Resta Gondry, uno straordinario regista dell’incanto, espressione di superba fantasia bambina.

Scheda IMDB


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