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Moon, la casa-navicella spaziale progettata dall’Università Roma Tre

Creato il 13 dicembre 2019 da Francesco Sellari @FraSellari

Il prototipo italiano selezionato per la Solar Decathlon 2020, competizione sull’architettura sostenibile che si svolgerà l’anno prossimo a Dubai

Moon, casa-navicella spaziale progettata dall’Università Roma

Articolo pubblicato su Corriere.it

Dalla tv via satellite alle lenti anti graffio, passando per i materassi memory foam: sono ormai decine gli oggetti di uso comune inizialmente progettati per l’ambito spaziale. Un gruppo di futuri architetti e ingegneri di Roma Tre sta lavorando proprio su questo dialogo tecnologico spazio-terra per realizzare un prototipo di abitazione adatta a condizioni climatiche estreme. Si chiama Moon ed è il progetto con il quale sono stati ammessi al Solar Decathlon 2020, una sorta di olimpiade dell’efficienza e della progettazione sostenibile che l’anno prossimo avrà luogo a Dubai. Moon sarà un «appartamento-navicella», autosufficiente da un punto di vista energetico e idrico. E sarà una casa smart: tutti i consumi potranno essere monitorati e controllati dall’utente. Un prototipo flessibile, adattabile a vari contesti. Dal deserto, alla… Luna.

Dal deserto allo spazio

A coordinare gli sforzi del gruppo c’è la professoressa Chiara Tonelli: «Abbiamo pensato di ricorrere alle tecnologie aerospaziali per far fronte alle condizioni climatiche estreme che si possono sperimentare in un ambiente come quello di Dubai, con poca acqua, temperature che d’estate possono raggiungere i 50 gradi e un tasso di umidità fino al 90%. Ad esempio, stiamo immaginando un sistema di riciclo delle acque grigie e nere: la nostra abitazione può essere dotata di una cisterna, senza la necessità di dover costruire una rete idrica e fognaria nel deserto. Se riusciamo nella sfida di rigenerare l’acqua, la nostra casa sarà di fatto più simile ad una navicella spaziale che a un appartamento. Ma allo stesso tempo saremo riusciti nell’intento di fornire un servizio, una risposta alle esigenze di una comunità che vive in quelle condizioni climatiche». Moon promette di essere un concentrato di soluzioni tecnologiche pionieristiche: «Utilizzeremo speciali vernici che vengono applicate sulle pareti esterne dello shuttle – prosegue la Tonelli – in grado di resistere alle altissime temperature e di dissipare il calore. Per le tende stiamo optando per fibre di basalto, carbonio e vetro. Mentre l’energia sarà fornita da una ‘pelle’ di fotovoltaico con superficie bianca, in modo da non accumulare calore. Per il verde, poi, stiamo pensando a coltivazioni idroponiche che hanno poco bisogno di acqua».

La competizione di Dubai

Il team del progetto Moon è composto da 25 tra studenti e studentesse di Roma Tre. La maggioranza frequenta la laurea magistrale in progettazione architettonica, ma ci sono anche studenti di ingegneria. Nel villaggio del Solar Decathlon di Dubai si sfideranno 20 team universitari provenienti da tutto il mondo. I gruppi dovranno realizzare in loco l’abitazione di 70 metri quadrati. Perché decathlon? Perché ciascun prototipo sarà valutato in dieci categorie. Che spaziano dal comfort al comportamento domestico, con la misurazione dei consumi durante l’utilizzo di vari elettrodomestici; dalla produzione e consumo in loco di energia, fino agli aspetti architettonici e ingegneristici. Altri elementi che saranno valutati sono il ciclo di vita del prototipo, il basso impatto ambientale e anche le capacità comunicative del gruppo, in modo da favorire la disseminazione delle conoscenze dell’innovazione su questi temi. Il Solar Decathlon Middle East sarà associato all’Expo che sta puntando molto sulla sostenibilità. Può suonare paradossale, pensando ai consumi energetici estremi degli edifici che caratterizzano quel contesto urbano. Ma forse l’emirato, il meno ricco di idrocarburi dei sette che costituiscono gli Emirati Arabi Uniti, sta lentamente cominciando a interrogarsi sull’impatto del proprio modello architettonico-urbanistico e sulla propria idea di comfort. Non a caso, il villaggio del Solar Decathlon sorgerà non distante dal più grande parco fotovoltaico al mondo.

La grande sfida della sostenibilità

I prototipi saranno in esposizione dall’inizio della competizione, il primo dicembre 2020, fino alla fine dell’Expo, nell’aprile 2021. Roma Tre è l’unica università italiana ammessa alla competizione . «Per noi è una sfida sotto più punti di vista – ci dice Giuliana Nardi, una delle studentesse coinvolte – è innanzitutto la prima esperienza vera in ambito professionale. Vedremo il nostro progetto costruito e funzionante. Una casa che dovremo far vivere per dieci giorni. Dovremo dialogare e cooperare con ingegneri e professionisti provenienti da tutti i settori delle costruzioni e saremmo in contatto con aziende all’avanguardia. Sarà uno scambio dal quale potranno nascere nuovi prodotti e nuove applicazioni. E poi c’è la grande sfida della sostenibilità, sia energetica che costruttiva». A sostegno del progetto, che come si può immaginare ha bisogno di non poche risorse e sponsor, si svolgerà la Tombola per l’Ambiente, il prossimo 22 dicembre alle 17, al Teatro Palladium di Roma. Un gioco-show con diversi ospiti e come battitori d’eccezione, Patrizio Roversi e Syusy Blady.


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