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All'inizio del secolo scorso ci fu un grande sviluppo industriale in tutte le valli dell'Ossola; il settore che maggiormente (quasi unicamente possiamo dire) attirò capitali ed uomini fu quello dell'industria idroelettrica. Tale sviluppo portò ad un miglioramento della vita ma altresì modificò profondamente l'ambiente nel quale operava: lo sviluppo delle centrali idroelettriche portò ad utilizzare bacini già esistenti innalzando il livello delle acque dei piccoli laghi; in molti altri casi tali bacini vennero creati ex-novo. Nella maggioranza dei casi i terreni che vennero utilizzati ed immolati all'industrializzazione erano improduttivi, ma vennero distrutti anche pascoli fiorenti come quelli sulle sponde del Lago Vannino. La sorte peggiore toccò pero al paese di Morasco.
Negli anni della costruzione della grande diga (il muraglione è alto circa 50 metri e lungo circa 600) il paese non era più stabilmente popolato in inverno, ma in estate era il centro maggiore della valle ed era dotato di abbondanti pascoli. Nel 1940 venne ultimata la diga, ed il paese di Morasco venne definitivamente sommerso dalle acque. Il paese era di origine walser ed era stato occupato sin dal xv secolo. Oggi a ricordo del paese sommerso e degli operai morti durante la costruzione della diga rimane la chiesetta posta sopra uno sperone di roccia nei pressi dell'abitato di Riale, poco a valle rispetto al muraglione della diga. La valle Formazza ed i suoi abitanti hanno pagato un tributo molto alto al progresso, non solo per Morasco, ma anche per il Castel e per la costruzione della diga del Vannino.
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