Tutti mi dicevano che l’ecografia morfologica sarebbe stata la più bella di tutte. “Goditela” dicevano “perché altre ecografie così non ce ne sono”.
A storia passata mi vien da dire “E ringraziamo il cielo che è unica nel suo genere!!!”.
La mia morfologica è stata lunga, difficile, snervante, straziante.Nicolò per tutto il tempo è stato di schiena, raggomitolato su se stesso come un gatto acciambellato su una sedia. Con le braccia davanti al corpo giocherellava con le sue lunghe gambe e per trincerarsi ancora meglio dall’ecodoppler stringeva a sé anche il cordone ombelicale.Se questo non bastasse ha avuto il singhiozzo tutto il tempo. Salterellava con moto perpetuo, mandando in tilt il segnale dello strumento.Il primo appuntamento era alle 10 del mattino. Alcune cose si sono viste subite, altre Nicolò non ce le concedeva.“Ritorni alle 12.00 signora, sperando che suo figlio diventi più collaborativo. Mangi qualcosa di dolce, magari cambia posizione”In quell’ora di buco siamo andati all’ospedale dove è previsto il mio parto per capire se fosse possibile frequentare lì un corso pre-parto, ma dopo aver bussato diverse porte non siamo riusciti a trovare nessuna informazione utile.Alle 12.00 eravamo di nuovo puntuali davanti la porta dell’ecografista. Secondo tentativo, identico risultato. Bambino di spalle e poco collaborativo.Siamo andati avanti fino alla quarta ecografia, alle 19.00 di sera.Nell’ultima indagine il dottore mi dice“Signora le spiego perché la sto facendo venire tante volte. Il problema è che dall’ecografie si vede un solo rene. Speravo che fosse dovuto alla posizione poco favorevole del bambino, ma anche ora che il bambino è un po’ più fermo, questo rene non appare.A volte capita che il rene si nasconda nella parte addominale e che magari si riesca ad avvistare solo alla ventottesima settimana, però io ho provato a cercarlo anche in quella zona ma non lo trovo. Speravo di vedere quanto meno l’arteria che porta al rene, e anche se a volte avevo l’impressione che ci fosse qualcosa, poi il segnale spariva. Io penso che quindi quelle macchie che vedevo fossero un effetto del movimento costante di suo figlio. Vede, qui parte l’arteria che porta al rene destro, e mi sarei aspettato che dalla parte opposta ci fosse l’arteria sinistra che va al suo rispettivo rene, ma come può notare il campo è completamente buio. Il rene non c’è e la stessa cosa si può dire per la sua arteria. Provi a rivenire mercoledì mattina, per esser sicuri di aver provato di tutto, ma lo scenario l’avverto è questo. Il bimbo in questo momento è fermo, e comunque, nonostante ciò, non si riesce a vedere nulla.”Il dottore era stato chiaro. Il bimbo quasi certamente aveva un solo rene. Potevo sperare nel miracolo e che un rene mi piovesse dal cielo alla ventottesima settimana, ma l’eventualità era remota.Mi ripetevo che si vive bene anche con un rene, che c’è gente che se ne accorge solo da adulto, però gli altri sono gli altri, tuo figlio è tuo figlio. E se non era solo un problema di rene, ma che ci fosse una malformazione nell’intero apparato urinario, come poterlo ricostruire su un bimbo di sesso maschile? La scienza riusciva a fare simili miracoli?Ho pianto tanto, infinitamente tanto. Poi mi risollevavo e dicevo che ci sono patologie peggiori, che alla fine mi potevo ritenere fortunata. Fab cercava di sollevarmi. Mi diceva che se stavo giù, facevo stare male anche il bambino, ma per quanto provassi a riprendemi stavo a pezzi.Tra un pianto e l’altro siamo arrivati ad oggi. Ci siamo alzati di buon ora. Era una bellissima giornata, a differenza di lunedì. Siamo andati dal dottore, preparati ad ascoltare la storia dell’unico rene.L’aria calda comunque mi infondeva una certa energia positiva. Mentre andavo pensavo “ok ha un solo rene, però sono sicura che tutto il resto va bene. E’ un bambino speciale. E’ un po’ come Nemo e la sua pinnetta trofica. Ce la possiamo fare. Siamo arrivati fin qua e non dobbiamo abbatterci, dobbiamo arrivare fino alla fine. Se ci sono problemi si affronteranno uno alla volta”.Mi sono sdraiata su quel lettino pensando che non dovevamo abbatterci.Il dottore passava il gel freddo dell’ecografo sulla mia pancia e io cercavo di svuotare la mente dai pensieri negativi.“Quale rene si vedeva e quale è da confermare?” ha chiesto il dottore al suo assistente, che sfogliava i nostri incartamenti della gravidanza.Io e Fab ci siamo guardati. Detto così sembrava che forse qualche speranza ancora ce l’avevamo di avere un figlio munito del set completo di reni.Fab mi ha fatto l’occhiolino, per infondermi coraggio, io gli ho sorriso.Il dottore ha iniziato ancora una volta a cercare il nostro rene scomparso. Finding reni. Una ricerca lunga, silenziosa, estenuante. Mentre il monitor proiettava alla parete le immagine del ventre di mio figlio, all’interno del mio ventre io gridavo nel silenzio della mia mente “Nicolò caccia sto rene. Ti prego, Nicolò a mamma, fai saltare fuori sto rene!”Alla fine il dottore ha rotto il silenzio“Eccolo. Era nascosto dall’intestino. Ora si vede. Ha anche la ghiandola surrenale. E’ tutto a norma”.Ho pianto in silenzio, mentre il dottore continuava le sue indagini. Fab ha alzato lo sguardo al soffitto a ringraziare chi da lassù ci ha fatto piovere in testa un rene. Poi mi ha accarezzato i capelli.Ce l’avevamo fatta. Ce l’avevamo fatta insieme a superare anche questa.Una foto del dolcissimo sorriso di mio figlio, che sembra sorridere dopo lo scherzetto che ci ha fatto