

Giuseppe Liotti – che i bonelliani hanno imparato a conoscere e ad apprezzare per il suo lavoro sui numeri di chiusura di Brendon, L'inizio della fine (n. 98, dell’agosto 2014) e Luna nera calante (n. 99, dell’ottobre 2014) – è un disegnatore dal tratto voluminoso che riesce come pochi a inquadrare le scene al meglio e a trasformare i suoi disegni in ritratti. Di lui colpiscono soprattutto i primi piani (impressionanti lo sguardo vuoto di una delle vittime a p. 25, il viso smorto di Jill a p. 7 e quello di Morgan/Chiaverotti a p. 75!) e la grazia dei corpi femminili (da antologia quello di Jill a p. 65).
Giuseppe Liotti
Ma il suo straordinario lavoro in coppia con quello di sceneggiatura del divo Claudio non si può riassumere in poche righe: sono da annoverare come tra le più riuscite dell’intera serie la sequenza muta, relativa alla visione di Morgan del film The Astronaut (di un poesia rarissima e preziosa a p. 19), quella straziante e straziata a p. 13, con Jill che urla al mondo, freddo e indifferente, il suo dolore di madre ferita (queste tavole ci fanno male come un pugno allo stomaco).Dicevamo di solitudine e di indifferenza… sì, perché ci sembra di poter iniziare a fare un bilancio del consorzio umano che colora di grigio le pagine di Morgan Lost. Ciò che emerge è il naufragio della condivisione di un progetto di vita, la deriva del rassicurante (ma inesistente!) concetto di normalità: storia dopo storia, pagina dopo pagina, assassinio dopo assassinio ci scopriamo sempre tutti più soli, proprio come i protagonisti della serie, irrimediabilmente rappresentati dall’efficacissima penna di uno scrittore che – come pochissimi – riesce a sondare gli abissi dell’animo umano ed è in grado di riemergere ogni volta con un frammento di anima e ce la mette sotto gli occhi, spietato indagatore delle angosce dell’uomo contemporaneo. Se non è questo un fumetto impegnato, ditemi voi che cos’è?! La scorsa volta la violenza sulle donne, questa volta la pena di morte… L’ideatore di Brendon e Morgan Lost, senza farlo apertamente, invia messaggi politici e sociali ai suoi lettori e li lascia liberi di farsi una propria idea; e può fare tutto ciò proprio perché lui non è un politico (loro ci fanno vivere in una menzogna perenne: devono dirci che il peggio è passato che andiamo verso uno splendido futuro perché viviamo nel migliore dei mondi possibili).

Morgan Lost, numero dopo numero, sta mettendo d’accordo proprio tutti, o almeno tutti quelli che si degnano di leggerlo come merita, cioè in modo attento e profondo. Si sa, non sempre le opere trovano fruitori all'altezza e quindi spesso ci si ritrova a leggere commenti che mai ci verrebbe in mente di associare alle opere come quelle di Chiaverotti, dall’intensità drammatica e dal livello emozionale impareggiabili…
Lo sappiamo, caro Morgan, ormai abbiamo imparato a conoscerti. E con questo quinto episodio noi Audaci siamo certi che riuscirai a trovare nuovi lettori, nuovi amici…per sentirti meno solo!
È tutto, non ci resta che darvi appuntamento al 22 marzo, quando uscirà il n. 6 della serie, I coniugi Rabbit, che – lynchianamente – promette sangue e inquietudine.
RolandoVeloci

Una spendida illustrazione di Lola Airaghi che ritrae Morgan Lost e Brendon (realizzata per Cartoomics 2016).

DATA: febbraio 2016
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Claudio Chiaverotti
DISEGNI E CHINE: Giuseppe LiottiCOLORI: Studio AranciaCOPERTINA: Fabrizio De Tommaso