L'orologio del tempo
Soggetto e Sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Giuseppe Liotti
Copertina: Fabrizio De Tommaso
Colori: Arancia Studio
Periodicità: mensile
Uscita: 20/02/2016
Un nuovo serial killer, con indosso la maschera di un caimano, balza agli onori delle cronache. Morgan Lost deve mettersi sulle sue tracce partendo dai sordidi anfratti del quartiere a luci rosse. Ma il tempo, in questa avventura, non scorre lineare. I suoi tre stati, presente, futuro e passato, si mischiano ed aprono finestre inaspettate sulle vicende che interessano il cacciatore di taglie e la madre dell'ultima vittima dello spietato assassino.
Riuscirà Morgan ad incassare la taglia ed assicurare il criminale alla giustizia, prima che il numero delle sue vittime cresca vertiginosamente?
Ancora non ho capito se questo fumetto mi piaccia o meno.
Ha spunti interessanti, ma sviluppi altalenanti. Quello che intriga particolarmente di questo numero è come, nel consueto numero di pagine, Chiaverotti sia riuscito ad inserire molte più sottotrame di quello che capita di solito; la madre, la prostituta, Inge, la mafia delle costruzioni, la moralità dell'avvocatura. Tanta carne al fuoco, tutta ben cucinata e niente che sia andato a fuoco. Però, perché c'è un però, il tutto manca un po' di sapore. Non riesco a capire se il cuoco ha scelto dei tranci di carne un po' troppo acquosi o se si è solo dimenticato di metterci il giusto pizzico di sale. Una bella mangiata, che ha riempito, ma che non lascia completamente soddisfatto. Sarà quest'aria che richiama molto Brendon, la sua più recente creatura, nonostante l'ambientazione di modernità distopica, ma che non è ancora stata approfondita. I personaggi secondari sembrano essere di eccessiva transizione, tanto da rendere più incisivi quelli episodici (destinati ad una prematura scomparsa) rispetto a loro stessi.
I disegni di Giuseppe Liotti non mi hanno affascinato molto. Ho trovato il suo tratto eccessivamente contratto e vacuo. Le sue figure, spesso, mi sono parse costrette nei movimenti, la dinamica delle scene sembra risentirne e non offrire l'esplosività necessaria.
Piccola nota sulla colorazione. Ancora adesso non riesco a trovare una correlazione continua tra ciò che "vede" il protagonista e come lo "vediamo" noi. In più in una delle pagine del volume è presente una, inopportuna, macchia arancione.
Come detto non sono ancora convinto di seguire le avventure di questo anti-eroe. Gli aspetti positivi sono controbilanciati da quelli negativi, quasi al grammo. Ciò che mi spinge ad acquistare anche il prossimo volume è la sua copertina. Intrigante, ma sarà il momento della verità.