Morgan Lost, questo il titolo del nuovo lavoro pubblicato lo scorso 20 ottobre e che avrà periodicità mensile, racconta una storia assolutamente nuova, spaziando tra scenari contestuali distanti nel tempo e nello spazio: una realtà distopica orgogliosamente orwelliana proiettata nel futuro che riconosce nell’iconografia delle divinità egizie una personificazione rappresentativa del potere politico, burocratizzato all’estremo.
La malavita, la criminalità e insoliti notiziari dalle sfumature tragicomiche caratterizzano gli ambienti di una New York ben diversa da quella che siamo soliti immaginarci, dove la Statua della libertà è stata rimpiazzata da quella del dio egizio Horus.
Il fumetto è espressione di una grande commistione di generi e ambiti culturali diversi; non si risparmia Chiaverotti con i richiami all’arte, al cinema e alla storia, che infatti abbondano di pagina in pagina: troviamo riferimenti alle realtà oniriche di David Lynch (regista noto per la sua capacità di costruire mondi visionari paralleli, a cui è possibile accedere solo grazie alle “chiavi” dalle forme più inconsuete, disseminate tra le immagini cinematografiche) e ancora tanti piccoli dettagli che non sfuggono agli occhi attenti dei più appassionati, come il naso fallico di Arancia Meccanica, fatto indossare ad uno dei criminali della città oppure il quadro con la maschera del coniglio di Donnie Darko o la luna di Voyage dans la lune George Melies, l’Urlo di Munch in chiave moderna ed una Venere di Milo a cui la tecnologia ha restituito ciò che l’ha resa famosa, le braccia.
Oltre poi alla somiglianza tra le due abitazioni, i due hanno in comune la perdita della donna amata a causa di malviventi e un desiderio di vendetta, che anima e motiva la loro rinascita: come Eric, la cui resurrezione è simbolica in quanto si tratta di un morto, anche Morgan per certi versi è morto dentro, lo stato di impasse drammatica in cui si trova però non è una realtà stretta da cui evadere ma al contrario, uno stimolo a scoprire la verità: chi ha ucciso la sua Lisbeth e chi ha lo ha trasformato ne L’uomo dell’ultima notte, come il titolo stesso lo definisce?L’ennesima particolarità del fumetto Morgan Lost è la tricromia nero/bianco/rosso con tinte di scala di grigio, una scelta insolita che trova spiegazione nel daltonismo del protagonista.
Sorge spontaneo chiedersi dunque se la storia sia disegnata dal punto di vista di Morgan. Tecnicamente no, perché vediamo Morgan partecipare alle vicende (cosa che non potrebbe capitare se la storia fosse vissuta in prima persona) ma in realtà è un modo per coinvolgere il lettore nell’atmosfera cupa, degna del pathos tipico di Tim Burton, obbligandolo a vedere come vede il protagonista.
Il rosso evidenzia dettagli che non sono affatto casuali e se molti hanno rivisto in questa scelta un rimando a Sin City, Chiaverotti ha serenamente spiegato che il suo rosso, a differenza dell’altro, è un rosso che racconta una storia avvincente il cui protagonista è appunto Morgan Lost , affiancato dal i vari criminali che popolano le pagine del fumetto.
Ultima nota di merito va al disegno di questo primo albo realizzato da Michele Rubini, un tratto sublime e capace di adattarsi senza incertezze o tentennamenti a qualsiasi situazione,ad esempio troviamo nel fumetto un intermezzo di un cartone animato dove il disegno subisce una variazione netta ma senza stonare o deludere il lettore.
Il progetto della Sergio Bonelli Editore, fatta eccezione per i primi due albi che infatti sono per omaggio alla continuità cinematografica il primo e il secondo tempo della storia introduttiva, è di mantenere Morgan Lost sul filone dell’autoconclusività, così che sia possibile leggere ogni singolo albo senza l’impegno della continuità narrativa.
Un inizio che genera aspettative di alto livello e che spero vengano soddisfatte ma difficilmente la Sergio Bonelli Editore delude i suoi lettori.
Appuntamento in edicola con secondo albo per il 20 novembre, con il titolo di Non lasciarmi al prezzo di 3,50 €.