«La digitalizzazione - ha spiegato Morgante - consente il collegamento permanente con tutte le testate e la condivisione immediata degli archivi. Non mi riferisco a un potenziamento delle sedi - ha precisato - ma di sedi più snelle per il futuro: significa fare riprese e montarle sul territorio, cioè parlare di digital reporter. In passato abbiamo sperimentato la figura del redattore territoriale, che ha dato spunti da approfondire. Noi non siamo soltanto il tg regionale che vede la gente sul posto, ma anche un'agenzia per le nostre testate nazionali e quelli che fanno programmi e approfondimenti sul territorio».
«La digitalizzazione - ha affermato il direttore della Tgr a proposito del passaggio alla nuova tecnologia - ha un valore in sè, perchè sul territorio si recupera un ritardo tecnologico, con apparati ad alta definizione, e insieme il vertice aziendale conferma il proprio interesse per l'informazione regionale: è una garanzia per il futuro del servizio pubblico sul territorio, un fatto di strategia».
«I dati dell'ascolto - ha aggiunto Morgante - confermano che i telespettatori sono attenti alle strategie di Obama per il terrorismo internazionale, a quelle dell'Europa per le sorti economiche della Grecia, ma anche all'informazione di prossimità: alla ristrutturazione di un museo sul territorio, all'adeguamento di una scuola o della viabilità, così come alla squadra di calcio locale».
«Il passaggio - ha ricordato il caporedattore della sede di Trento, Giovanni Stefani, che guida la redazione dal 2 gennaio scorso - è già avvenuto a Milano, Roma, Palermo, Campobasso e Trieste, mentre Bolzano l'aveva avviato nel 2000 e vedrà a breve nuovi adeguamenti».