L’accoglienza sembra essere un concetto superato e antico, soprattutto quando si parla di locali pubblici. Si pensa ad arredare in modo fashion ma spesso scomodo, si sceglie personale di bell’aspetto ma che non sorride nemmeno sotto tortura, si riempiono i posti di tavoli per mettere a sedere quanta più gente è possibile ma non ci si preoccupa minimamente di rendere il locale comodo ed agibile. Per questoci sono Locali e locali, bar e baretti, bistrot costruiti a tavolino e progetti pensati con il cuore. Andersen Café, un’isola felice a due passi (veri) da piazza Santa Croce, è sicuramente uno di questi ultimi.
I cuori in questione sono due, quello di Irene e quello di Clementina, “globetrotter, antropologhe, amanti delle colazioni salate ed ex-compagne di università con da sempre il sogno di costruire qualcosa di durevole insieme“. Clementina l’ho sempre vista dietro ai banconi di tantissimi locali di Firenze tra bottiglie e bicchieri, abile preparatrice di cocktail e portatrice sana della filosofia del “bere bene” (che non è scontata); Irene l’ho conosciuta grazie ad un’amica comune ed è stato subito amore; a quel tempo lavorava nell’editoria, adesso è content editor per varie agenzie di comunicazione ma soprattuto è colei che digita dietro a facciamochesonomamma. (blog che già vi avevo consigliato tempo fa)
Due donne, due professioniste, due viaggiatrici, due mamme, un’idea: quella di creare un locale senza barriere e senza etichette, un bar per adulti ma accogliente per i bambini, un bistrot che propone una cucina semplice ma curata in ogni minimo dettaglio, un luogo che ama il design ed integra l’arte al suo interno, perché se mentre si mangiano cose buone si possono guardare anche cose belle siamo sicuramente più felici. Un salotto di casa dove, comodamente seduti su una poltrona, si possono degustare centrifughe fresche, tè caldi o un aperitivo in compagnia, mentre i figli pascolano serenamente nella stanza a loro dedicata.
Le porte dell’Andersen Café hanno aperto ad agosto 2015, in piena estate; Irene aveva partorito da poco il secondo figlio e Clementina era incinta di diversi mesi (sì, sono professioniste, imprenditrici ed anche mamme, ecco); io sono riuscita a passarci solo sabato scorso…e l’impressione che avevo avuto dalle foto viste sul web è stata ampiamente confermata. Visto da fuori sembra piccolo, ma si presenta subito con un ingresso luminoso ed accogliente, con le sue volte, lo specchio gigante dietro al bancone e lo chandelier che pende con i suoi cristalli sopra il ripiano di legno chiaro. Ripiani e scaffali pieni di barattoli, bicchieri, piante e vasi con spezie ed erbette (che vengono direttamente dagli Orti Dipinti, altro progetto di cui vi avevo parlato) che vengono utilizzate per la preparazione di sandwich e zuppe, ma anche per preziosi estratti con cui i super bar tender preparano cocktail inusuali.
Il menu da queste parti “ha un’anima nordica“, dopotutto Clementina – food&beverage manager – è svedese, ed ha cercato di unire gli ingredienti della sua terra di origine con quelli nostrani, generando un’inconsueto mix di sapori difficile da trovare altrove. Qui si seguono i ritmi della natura, la stagionalità dei prodotti ma soprattutto si fanno le cose con cura. Anche i loro fornitori, accuratamente selezionati, sono mossi dalla stessa passione; come la storica azienda fiorentina del Caffè Magnelli, o come il pane e le torte fatte da Lelia esclusivamente con farina macinata a pietra. Il resto è creatività, esperienza, sperimentazione e la voglia di fare proposte innovative, dote rara da trovare nei locali fiorentini (come dire, va bene pane toscano, prosciutto e pecorino, ma possiamo anche guardare oltre, o no?!?).
Irene, dopo un caffè al banco, mi porta a fare il “tour” delle altre sale, la prima con tavolini e sedie, l’altra con poltrone, lampade e tappeti. Mi soffermo sui quadri, incorniciati e ben disposti: alcuni sono degli allievi della Scuola Internazionale di grafica d’arte Il Bisonte, altri sono opere di artisti contemporanei italiani e internazionali (e non quelle dozzinali stampe Ikea appese ai muri solo per riempire pareti vuote).
La stanza in fondo, poi, è quella “family friendly“, dove accanto ai tavolini c’è un’area giochi con costruzioni, libri e pennarelli, così che i bambini posso scorrazzare senza dare fastidio ed i genitori si possono godere un aperitivo in santa pace. “L’altra sera ho visto una coppia che pomiciava sul divanetto mentre il bimbo giocava nell’altra stanza. Mi hanno ringraziato: erano anni che non riuscivano ad uscire e rilassarsi durante una serata.” Pomiciate a parte, Irene ci tiene a spiegarmi che “Non è un bar “per famiglie”, è un bar per tutti, ma vogliamo sostenere anche chi ama godersi un pranzo fuori oppure un aperitivo senza per forza dover lasciare i figli a casa.“
Cibo, ottimi drink, ambiente rilassante ed anche eventi. L’agenda dell’Andersen Café si sta piano piano riempiendo di appuntamenti, come quello del mercoledì sera con la psicologa che discute di problemi di cuore; o come i mini-mercatini di designer selezionati che ci saranno tra novembre e natale, senza dimenticare gli aperitivi accompagnati da musica live e delle attività pensate appositamente per i bambini. Trovate tutto sul sito e sulla pagina FB.
Prima di congedarmi mi devo togliere un’ultima curiosità: come mai come logo il cigno nero? “Lo sai che il cigno è l’unico volatile in grado di uccidere un essere umano?” -No, non lo sapevo! (e spero di non incontrarne uno a breve, che non si sa mai) – “Il nome è un omaggio al grande mago scandinavo delle favole, Hans Christian Andersen, che notoriamente non scriveva proprio storie da bambini, anzi, spesso fanno paura. Il cigno è bello ed elegante, ma può essere anche cattivissimo. Un po’ come la vita, da un parte l’aspetto meraviglioso, la leggerezza ed il conservare l’animo da bambino; dall’altro il dover fare i conti con la parte pesante, fatta di imprevisti e responsabilità. Questo posto vuole essere erede della stessa capacità di immaginare un mondo che supera i confini dell’età e le barriere tra le generazioni.“
ANDERSEN CAFE & BISTROT Via Borgo Santa Croce 21/rosso 50122 Firenze tel: +39 055 0690385