Dopo la reunion del 2010 sono dovuti passare altri cinque anni perché uscisse un nuovo lavoro a nome Morgoth. Svariati cambi di line-up, tra cui l’ingresso di Karsten Jäger, già vocalist dei Disbelief, ed eccoci davanti ad Ungod. Sinceramente, dopo il flop di Feel Sorry… ritenevo altamente improbabile che questi tedeschi avrebbero proseguito sulla strada fallimentare dell’industrial, salvo non volersi suicidare definitivamente; ed auspicavo pertanto di ritrovarmi per le mani un dignitoso disco di death metal nel loro stile, qualcosa che potesse rasserenarmi in ‘sto periodo del cazzo facendomi scapocciare per una quarantina di minuti senza troppo impegno. Grazie al Demonio è andata esattamente così: Ungod scorre liscio come la birra ghiacciata in un’afosa giornata di Luglio; oltre alla già nota Black Enemy, uscita come singolo a gennaio, non mancano pezzi di facile impatto come l’opener House Of Blood e la successiva Voice Of Slumber. Ci sono i riff, si sente benissimo Satana e i vocalizzi sofferti e rantolanti del buon Karsten Jäger non fanno rimpiangere più di tanto lo storico vocalist Marc Grewe. In sostanza un lavoro più che dignitoso oltre che un graditissimo ritorno da parte di una band che, a mio parere, non ha mai brillato per innovazione pur essendo stata capace di ritagliarsi un posticino nel cuore di molti di noi.
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