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Morire di display

Creato il 16 ottobre 2015 da Blindsight

Roma, ma un po' tutta l'Italia di conseguenza, da un po' di tempo, sembra una metropoli affetta da sordità e da cecità: nessuno vede, se non il suo smartphone, né sente altro perché tappato e isolato dalle cuffiette, quindi non sentono o vedono altro se non sé stessi e il loro mondo virtuale. Tutti immersi in un display o chiusi dentro lamiere a fare la stessa cosa, tra un cambio di marcia e l'altro. Una civiltà questa che definirei in "coma displayologico", per l'assenza di reazioni vitali e umane, in quasi tutti coloro che affollano questa città. Non ci si può permettere di essere così distratti fuori casa, specialmente in una metropoli con milioni di persone che deambulano in vari modi, soprattutto su mezzi meccanici, che poi parcheggiano dove capita, l'importante è che non diano fastidio ad altri mezzi meccanici. L'umano, il suo diritto alla mobilità grazie alle gambe, o ad una carrozzina o cane guida perché disabile, non contano nulla, nessuno ci pensa più.
Quando si parcheggia si pensa: do fastidio a qualcuno? Ma in realtà quel "qualcuno" è qualcosa, cioè un altro mezzo meccanico, che sia un'auto, o un'autobus o un motorino, non si pensa mai a qualcuno davvero, cioè a una figura umana, magari che spinge un passeggino, o cammina al buio grazie a un cane guida, o semplicemente un umano che cammina. L'unica figura umana che il cervello di chi guida a Roma, ma anche fuori da qui, ha nella sua mente come pensiero in quel momento, è quella in divisa, da vigile, carabiniere o poliziotto. Tutti gli altri esseri umani non sono contemplati nel database mentale dell'autista romano, e non.
Una mente criminale girerebbe con un flacone di liquido per freni, da spruzzare su ogni mezzo meccanico che intralcia il suo cammino da pedone umano, o con qualcosa per graffiare ogni portiera: io alzo i tergicristallo e chiudo gli specchietti, è già una rottura per gli isterici che non hanno tempo per vivere, ma sono risucchiati da un sistema che li vede chiusi in lamiere per gran parte della loro vita. Il bello è che si illudono di essere liberi, non sanno quanto sono schiavi.
Noi pedoni umani, soprattutto noi disabili, paghiamo a caro prezzo questo lifestyle romanoitaliano: spesso si rimane chiusi in casa, si devono annullare appuntamenti di lavoro, o impegni solo perché c'è la macchina parcheggiata davanti a un cancello, o davanti a una scala, o a un marciapiede, così da impedirne l'accesso a chi ancora vive senza essere risucchiato da pompe e cambiali, solo per un po' di lamiera.
Con la metro vado dove voglio, il problema è arrivarci viva...
"Solo un attimo e vado via", è la frase che di solito si sente, di fronte alle strisce o a un marciapiede occupato da un mezzo meccanico, prima di essere falciati da un'altra auto che ..."non ti ha vista", forse perché stava leggendo WhatsApp o Facebook mentre guidava, "per fare prima". Prima per cosa, se alle spalle ti lasci i morti e i discriminati?
Riassaporate una passeggiata o una cena senza smartphone, staccate per un attimo gli occhi da quel display: il mondo vero è fuori da lì, e gli andate addosso, meglio ancora, mi venite tutti addosso, e pretendete il posto a sedere su un mezzo pubblico, per essere più comodi per smanettare le vostre protesi Apple o Samsung. Inutile scrivere sul vostro Facebook che siete brave persone, che amate gli animali, spammando foto di gattini e cani, o di disabili discriminati: avete rotto davvero, se poi per strada siete così.
Pensateci, grazie: io non posso più guidare, devo per forza camminare a piedi col mio cane guida, e devo uscire per forza, la mia sopravvivenza quindi, e quella di tanti altri, dipende anche da voi! Pensate al fatto che non siete gli unici umani su Terra, e che gli altri non sono avatar, il sangue per le strade è quello vero, così come i morti e i disabili che producete, e lasciate alle vostre spalle.
Perché la cosa più grave è perdere qualche punto sulla patente, quando c'è qualcuno, raramente, che ve lo fa, sempre se non è preso da un display pure lui.


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