Morire di fame (ovvero un elenco di disarmanti ovvietà)

Da Davideciaccia @FailCaffe

Piccole scontate verità, informazioni banali ma da assumere lontano dai pasti, per non morire di fame

di luomodalleideologieforti
Da 5 giorni ormai, noi seguaci del calendario gregoriano siamo entrati nel 2013, un altra parte di mondo, quella che segue il calendario musulmano, adesso vive nel 1434.

Un altra parte di mondo, già, perché nel caso non ve ne foste ancora accorti, questo mondo è fottutamente grande e differente da un luogo all’altro, talmente tanto che mi riesce difficile immaginare che i suoi abitanti appartengano tutti alla stessa specie.

Dei 7 miliardi di persone che abitano questo pianeta, io appartengo alla categoria di quelli che se la spassano, talmente lontani dalla lotta per la sopravvivenza che per stare un po male, ci siamo inventati la depressione.

Il mio merito è quello di essere nato nella Disneyland del mondo, l’occidente che si dilania l’anima a colpi di spread e fiscal compact, un tempo eravamo gli uomini con la pistola, ora siamo gli uomini con la moneta.

Come ho scritto sopra però, c’è un altra parte di mondo, in realtà molte più di una e in questa altre parti, che poi sono veri e propri altri mondi, vivono persone come me, tantissime persone come me, solo che loro non se la spassano per niente.

Un terzo di loro ha fame. Fame cazzo! Fame e niente da mangiare

Ora io non sono ancora un avvocato di successo e non me la sento di prendermi sulle spalle la causa di quei bambini dalla pancia gonfia che si vedono nelle pubblicità, meglio cambiare canale e fare finta che non esistono, lo fanno tutti tanto…

Poi si sa, in Africa non hanno un euro, con che mi pagherebbero?

Gli indiani invece….quelli si che sono ricchi, difendendo loro potrei riempirmi la pancia fino a scoppiare, eppure di recente proprio gli indiani hanno contribuito a farmi passare la fame.

A qualcuno piace violento, perché se non grida non c’è gusto.

A togliermi dalla bocca il primo assaggio di cibo è stato il dilagante esercizio dello stupro che sta travolgendo l’India, le condizioni di inferiorità nelle quali vivono le donne indiane non sono un mistero, addirittura l’ecografia è stata dichiarata illegale, poiché se si venisse a sapere prima che il feto è una bambina, molti uomini costringerebbero le donne ad abortire. (accade ugualmente)

Solo uno dei tanti esempi che non ho il tempo di citare, serviva solo a mettere in luce un quadro così drammatico da risultare quasi grottesco per un paese alla ribalta dei mercati.

Mi ero cucinato un’amatriciana, con il guanciale, mica con la pancetta…e poi giù di pepe e pecorino romano…mi apprestavo a degustare il bucatino, quando la mia attenzione venne rapita da un’intervista rilasciata da un indiana ai microfoni di RaiNews, diceva più o meno così: “nel mio paese gli stupri ci sono sempre stati, solo che un tempo erano ad uso e consumo esclusivo delle classi economicamente agiate, adesso invece si sta sviluppando un fenomeno di emulazione sociale, che sta spingendo verso questo tipo di crimine anche le classi più basse.” Bello schifo.

Prendo l’amatriciana e la butto nel bidone dell’organico.

La mattina seguente mi approcciavo alla colazione, il pasto più importante della giornata, i nutrizionisti a reti unificate dicono che saltarlo è una follia e io non ci pensavo nemmeno, difatti mi aspettava un banchetto a base di pane&nutella, latte e un frutto, tutta roba genuina.

Stessa scena di prima, mi appropinquo alla vera eccellenza del made in Italy nel mondo, vibra il cellulare.

Maledetto il giorno che ho scoperto i feed Rss, ancora intorpidito dal sonno venni a conoscenza delle bombe piovute in Siria il giorno prima, la prima su dei civili in coda dal panettiere con una stima di 300 morti, non ho più avuto il coraggio di dare un morso al pane e disperatamente tentai di passare alla frutta, macché…

Seconda bomba, questa cade su una pompa di benzina, scoppiano i serbatoi sottostanti e si scatena un inferno di fuoco e fumo, una vera e propria strage.

Nella Disneyland dove vivo io non scoppiano le pompe di benzina e non ho mai avuto esperienza diretta di una catastrofe simile, eppure non mi è stato difficile immaginare la scena, corpi carbonizzati, grida di dolore straziante, gente che corre in preda alle fiamme, chiaramente tutta gente che non c’entrava un cazzo.

Fanculo pure alla colazione!

Potrei inventare una nuova dieta, la dieta del tg. Quando ti viene fame, accendi la tv, sintonizzi su un canale che da le notizie dall’estero (funziona anche con la cronaca locale, ma per altri motivi) e se hai ancora un briciolo di coscienza, stai sicuro che la fame ti passa.

Morirò dunque di fame, smettendo di mangiare alla pannelliana maniera, combattendo la mia personalissima e utopica battaglia che porta all’autodistruzione, tanto che importa?

Non importa la politica, non importa l’economia, ne tanto meno contano qualcosa le scienze sociali, la regina del mondo, è e sempre sarà, la geografia.

Se nasci in Afghanistan, Burundi, Chad,, Costa d’Avorio, Iraq, Liberia,Myanmar, Nepal, Filippine, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sri Lanka, Sudan e Uganda o muori di fame o muori di guerra, magari bambino e con un fucile in mano, se nasci in Colombia magari sei un campesinos sfruttato dai narcos per coltivare e raffinare la coca, oppure nasci direttamente in una fabbrica cinese, così tua madre finito di partorire può tornare a lavorare, insomma se la geografia non è dalla tua parte, nessuno lotta per te, tanto meno puoi farlo da solo.

Piccole, scontate verità che continueranno drammaticamente a ripetersi in parti del mondo che ci sforzeremo di ignorare, informazioni banali, ma da assumere lontano dai pasti, per non morire di fame.


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