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Morire di … non lavoro

Creato il 09 febbraio 2013 da Tabulerase

suicidio-crisiL’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

Questo recita l’incipit dell’art.1 della Costituzione Italiana. Articolo che Giuseppe Burgarella conosceva bene; chissà quante volte prima di suicidarsi l’avrà letto. Certo, quando i padri fondatori della Costituzione vergarono quelle frasi non potevano immaginare che in Italia si potesse morire di “non lavoro”. 

Suicidi e tentati suicidi negli ultimi mesi si stanno moltiplicando. Quando all’inizio dell’anno,  una geologa laureata di 34 anni che malgrado una borsa di studio ed uno stage in Canada non riusciva a trovare lavoro, si suicidò,  subito i tuttologi si affannarono ad affermare, a torto o a ragione non sappiamo e non ci interessa non conoscendo il dettaglio della vicenda, che la sola mancanza del lavoro non poteva essere motivo sufficiente per un gesto così disperato.

 Sicuro è che con il governo dei facoltosi tecnici del premier Monti abbiamo toccato il nuovo record di disoccupazione ,il 37,1% tra gli italiani compresi tra 19 e i 24 anni. Cala lo spread proporzionalmente alla forza lavoro impiegata in un vortice perverso che vede la finanza battere nettamente il lavoro nella totale insipienza dei governi in carica.

 In compenso vediamo Mario Sechi ex-direttore del Tempo ed ora, ovviamente, candidato nella lista Monti, plaudire l’acquisto di sommergibili tedeschi e cacciabombardieri F-35 americani pagati con il taglio a scuola, sanità e lavoro. Il fatto che in un anno di governo Monti i disoccupati giovani siano aumentati di 507.000 unità non provoca turbamenti all’esimio giornalista evidentemente….

 Se poi pensiamo che il caso della giovane geologa sia un caso isolato basta fare un giro sul web per trovare tanti altri casi analoghi, potremmo ipotizzare perfino che la poveretta sapesse che la soglia dei 35 si avvicinava inesorabilmente, sì perché l’altro cappio che strangola il mondo del lavoro italiano è quello di essere  over 35. Perfino i bandi di job posting interno alle aziende riporta un limite massimo di anni 35, la politica del governo con il “Salva Italia” ha poi puntato proprio sulle agevolazioni riguardanti le assunzione degli under 35 elargendo contributi annui dai 10.000 ai 15.000 euro per chi assume personale femminile o under 35. E’ sufficiente? Non proprio, se volete lavorare in proprio la discriminazione si abbatterà su di voi anche in questo caso, non pago di quanto fatto con il precedente decreto il governo Monti ha prodotto il “Cresci Italia” con cui ha stabilito che se aprire una srl è complesso e costoso, se sei under 35 ti basta 1 euro di capitale sociale anziché 10.000 e non necessiti del notaio.

Potremmo riassumere, con una sorta di amaro umorismo, tra chi dice che l’Italia “non è un paese per vecchi” e chi afferma contrariamente che “non è un paese per giovani”, che l’Italia del lavoro è un paese per “chi ha tra i 24 e i 35 anni”, e gli altri?

Chi si preoccupa del fatto che se perdi il lavoro dopo i 50 è praticamente impossibile trovarne un altro come e se non più che se sei appena diplomato? Si sono spesi fiumi di parole in questi anni sulla preparazione e sulla ricerca, la classica montagna che ha partorito il neutrino del Gran Sasso piuttosto che il classico topolino, l’unico risultato evidente è stato l’aumento degli studenti per classe con conseguente decadimento del livello di istruzione, nessun maestro di sport prenderebbe a mano classi di 35 iscritti, cosa che nella scuola italiana è oramai diventata la norma.

A quando serie vere politiche con investimenti ad hoc per l’occupazione che non siano i soliti ammortizzatori sociali che sono solo panacee post-mortem? A quando il superamento delle devastanti politiche sul lavoro dei decreti richiamanti a Biagi, che nella declinazione ed interpretazione che i governi ne hanno dato hanno avuto il solo effetto di creare un magma di precariato di insostenibile inconcludenza?

A quando sgravi fiscali per tutte le categorie di assunzioni che non privilegino uno a scapito dell’altro nel dispregio del dettame costituzionale?

Maurizio Donini

About Maurizio Donini

Sono nato nel 1960 e mi sono sempre appassionato a lettura e scrittura, interessandomi di temi sociali facendo attività sindacale per una decina d'anni. Attualmente sono Consigliere in una lista civica del Comune dove risiedo.Diplomato in Ragioneria Tecnico Commerciale all'ITC Pier Crescenzi, ho vissuto a Bologna fino al 2001 trasferendomi poi in provincia, sposato con una figlia. Dopo 4 anni di lavoro presso la multinazionale romagnola Maraldi attualmente sono impiegato come Supervisor IT Administrator System Analyst.


 


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