Morisi, Campagnaro ed Esposito a Treviso: manca il via libera. La FIR blocca tutto?

Creato il 25 giugno 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Da la Tribuna di Treviso, Andrea Passerini

Non è ancora arrivato l’ok dalla a Federazione per il passaggio di Morisi, Campagnaro ed Esposito al Benetton. E l’approdo dei tre gioielli in Ghirada sembra complicarsi. A due settimane dal raduno dei leoni, fissato il 9 luglio (curiosità: le Zebre, almeno chi non è volato oltreoceano con la nazionale, cominciano prima, il 2), è uno scoglio imprevisto, nei piani di coach Smith e del direttore sportivo Munari.
Solo un ritardo? O c’è qualcosa dietro lo stallo? Non è un mistero che i tre ragazzi vogliano giocare a Treviso (Morisi peraltro l’ha già fatto lo scorso autunno, in qualità di permit player, e con le sue prestazioni in Celtic ha guadagnato la nazionale dove ha debuttato dal primo minuto proprio in questo tour). Ma ci sarebbero forti pressioni per provare a convincerli ad optare per le Zebre, per potenziare i trequarti della nuova franchigia federale parmigiana. Treviso confidava di avere il placet già nelle scorse settimane, il ritardo preoccupa. Si rischia l’empasse prolungato, a franchigie pronte a partire. E questo, in un quadro alterato dall’inedito scenario decretato dalla nascita della franchigia federale Zebre (costo dell’operazione, per la Fir, vicino ai 5,5 milioni), sarebbe da evitare, proprio per non alimentare alcun sospetto su possibili conflitti di interesse di una Fir che possiede una franchigia e vuol controllarne un’altra. La sfida elettorale di Treviso, adesso, non aiuta. E’ bene, per tutti, che il rugby italiano trovi un’intesa. Altrimenti sarà una stagione «rovente».

Un altro trevigiano giocherà nelle Zebre in Celtic: il seconda linea montebellunese Filippo
Cazzola. Il mediano di mischia Pietro Travagli resta al Petrarca, così come il tallonatore Gega L’ala Zorzi resta a Rovigo. (…)
Masi; un giallo. Dove finirà Masi? A Lione sono sorti problemi, potrebbe anche restare in Italia.
Elezioni. Lo schieramento dondiano, che oggi lavora per l’elezione del delfino Gavazzi
è convinto di avere i numeri, i bene informati dicono che Dondi, nei suoi conti fatti poche settimane fa, contasse su un consenso che sfiorava l’80%. E Gavazzi, adesso ? I tessitori dei voti parlano di un blocco non inferiore al 65%. Scenari che renderebbero ardua la sfida del Benetton: in realtà, sembra che non solo la Lombardia non sia compattissima per Gavazzi, ma che il forfait di Dondi abbia modificato qualche assetto, non solo in Veneto. «Schegge» – giurano i dondiani. Ma è immaginabile che Treviso sia uscita allo scoperto senza contare su
appoggi nel resto d’Italia? I Cus erano pronti a scendere in campo per Dondi, eccezione fatta per il Cus Padova (e questo ha fatto emergere il nome di Roberto Zanovello come potenziale candidato presidente del fronte di Treviso). Ma un po’ ovunque la mossa del Benetton ha destato interesse, almeno fra i club che attendevano una svolta a Palazzo. (…)


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