Maggio 2013, Bergamo: la Fondazione Credito Bergamasco propone tre grandi mostre gratuite, il restauro dell’ ”Ultima cena” di Alessandro Allori, “I Pugilatori” di Giovanni Testori e l’omaggio a Giovan Battista Moroni con, tra gli altri, il “Cavaliere in rosa”.
Nella splendida location della Fondazione del Credito Bergamasco nel centro di Bergamo sono visitabili gratuitamente tre interessanti e rilevanti mostre: al piano terra, dall’11 al 31 maggio, sono ammirabili per la prima volta l’intero ciclo de “I Pugilatori” di Testori ed il restauro de l’“Ultima cena” di Allori, ed al secondo piano alcuni dei capolavori di Moroni ed in particolare il bellissimo “Cavaliere in rosa”.
Giovanni Testori (Novate Milanese, 12 maggio 1923 – Milano, 16 marzo 1993) è noto primariamente per il suo lavoro come drammaturgo, scrittore, critico d’arte e critico letterario ma non va scordato il suo impegno come pittore, forse troppo spesso omesso.
Testori ebbe un ruolo fondamentale nell’ambito della pittura lombarda, in particolare grazie alla sua collaborazione per l’esposizione dei “Pittori della realtà in Lombardia” che si tenne a Palazzo Reale a Milano negli anni ’60.
Fu questa a legarlo definitivamente ai grandi pittori bergamaschi come Giovan Battista Moroni, Carlo Ceresa o Fra’ Galgario. Arrivando al ciclo de “I Pugilatori”, questo va collegato all’interesse per lo sport che spesso si ritrova nei racconti di Testori. Nacquero così dei dipinti che non fanno in realtà parte di uno stesso periodo ma riportano allo sport del pugilato che funge da filo unificante.
Realizzati tra il 1970 e il 1971 parte dei quadri vennero esposti nel 1971 alla Galleria Galatea di Mario Tazzoli a Torino ma grazie alla fondazione Testori l’intero ciclo è ora visibile in questo mostra a Bergamo. Si tratta di una trentina di opere, tra tele a olio, a olio e acrilico, disegni a matita e acquarello e matita e carboncino. Testori si conferma perciò versatile anche nelle tecniche utilizzate ma ciò che maggiormente colpisce è il tratto spesso utilizzato da Testori nelle opere realizzate ad olio ed acrilico.
Assumono in questo modo la foggia del bassorilievo, ogni forma è valorizzata dallo spessore della tinta quasi come il pittore avesse voluto creare delle forme tridimensionali che potrebbero staccarsi da un momento all’altro dalla tela. Con questi pugili Testori volle dare vita ad una delle sue passioni, lasciando un omaggio concreto della sua talentuosità scultorea prima e pittorica poi.
Nella sala consigliare del Credito Bergamasco è invece possibile ammirare l’“Ultima cena” di Alessandro Allori ormai a restauro completato. Il restauro ha permesso di salvare l’opera da quello che sarebbe stato un destino ormai segnato a causa della posizione poco agibile nella quale il dipinto si trovava all’interno del Palazzo della Ragione in Bergamo Alta.
Datato 1582, si tratta di un’opera monumentale (2,15 x 7,50 metri) del pittore fiorentino. L’opera di restauro è stata condotta da Alberto Sangalli e Minerva Tramonti Maggi sotto la direzione della Soprintendenza al Patrimonio Storico-Artistico di Milano. La brillantezza dei colori colpisce immediatamente l’occhio dello spettatore, così come la raffinatezza con la quale i dettagli, il cibo dei commensali e le loro vesti, sono raffigurati.
Infine la mostra presenta alcuni tra i dipinti più importanti del grande Giovan Battista Moroni (Albino, 1522 – 5 febbraio 1578/1579), proveniente in parte da collezioni private. Da una parte “Crocefisso e i santi Giovanni Battista e Sebastiano con un donatore” (Bergamo, Sant’Alessandro della Croce), “Ritratto di prelato” (Milano, collezione privata), “Resurrezione di Cristo” (Sovere, San Martino), “Ritratto di gentiluomo con la barba” (Bergamo, collezione privata) e dall’altra l’imponente “Ritratto di Gian Gerolamo Grumelli” detto “Il cavaliere in rosa” per il colore dell’abito indossato dal soggetto ritratto (Bergamo, Fondazione Museo di Palazzo Moroni).
Datato 1560, “Il cavaliere in rosa”, delle dimensioni di 216 x 123 cm, ritrae Gian Gerolamo Grumelli, appartenente ad una delle famiglie nobili bergamasche. L’abito riflette le tendenze modaiole di quel periodo, vediamo di fatti indossare un vestito alla moda spagnola di color rosa pesca. È raro poter contemplare un quadro di Moroni così ricco di tonalità cromatiche dal momento che il pittore bergamasco ci ha abituato a soggetti e paesaggi in prevalenza scuri ed ombrosi. Un olio su tela di ampio interesse da parte degli studiosi d’arte. Un abile ritratto che pare riportarne in vita il protagonista. Un viso così ben delineato da parere una fotografia.
Dinanzi i ritratti di Moroni lo storico dell’arte Roberto Longhi affermò di trovarli “così veri, semplici, documentari da comunicarci addirittura la certezza di averne conosciuto i modelli”.
Insomma, un’altra mostra di grande successo che ha riscontrato una buona partecipazione da parte della cittadinanza bergamasca che non manca mai di partecipare agli importanti eventi che periodicamente si succedono all’interno della Fondazione del Credito Bergamasco.
Written and photo by Rebecca Mais